Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.

Nome e Cognome:

Claudio Daniel Borghi


Luogo di Nascita:

Buenos Aires (Argentina)


Data di Nascita:

28/09/1964


Ruolo:

Centrocampista


Posizione:

Mezzapunta


Squadra:

Como

Voto al Bidone:

7,5


In una parola:

Occasionale



Claudio Daniel Borghi


Il fantasista che fece perdere la testa a Silvio Berlusconi


26/08/2006

di Cristian Vitali

«E’ il Picasso del calcio»
(Michel Platini, centrocampista Juventus, all’indomani della sconfitta nella finale di Coppa Interconentale del 1985)

Finale di Coppa Intercontinentale del 1985: la Juventus sconfigge ai calci di rigore l’Argentinos Juniors. Claudio Daniel Borghi, fantasista della squadra sudamericana, gioca una partita a dir poco spettacolare e Silvio Berlusconi, fresco Presidente del Milan, resta ammaliato dalle sue qualità di regista d’attacco di chiaro stampo sudamericano. Nel palmares dell’argentino figura anche un titolo Mondiale conquistato con la Nazionale biancoazzurra, ma a dire il vero il suo apporto si limita a due miseri scampoli di partita nelle fasi preliminari. La sorte gli offre una maglia rossonera, ma gli procura anche due concorrenti terribili: nel Milan giocano due olandesi, di nome Gullit e Van Basten ed a Claudio viene concesso di giocare solo il Mundialito Club, che il Milan vince senza affanni. Arrigo Sacchi, all’inizio della stagione 1987/88, dopo alcune sue esternazioni un pò ribelli nei confronti dei suoi metodi di allenamento, lo boccia senza appello: non c’è spazio in squadra per lui. Cosicché Berlusconi lo cede in prestito, anche se malvolentieri, al Como di Aldo Agroppi, dopo aver scartato l’ipotesi Sampdoria, per non rafforzare una possibile avversaria in campionato.

«Perchè farci correre per chilometri quando il campo è lungo 100 metri?»
(Claudio Daniel Borghi, centrocampista Milan)
Per Borghi è una vera e propria mazzata: insidiato anche dall’altro regista comasco, Egidio Notaristefano, in una squadra di provincia finisce per giocare poco, e quasi sempre male. Il feeling con il tecnico non nasce mai, visto che predilige la fase difensiva a quella offensiva. A fine campionato, rientrato a Milanello, arriva quindi la sentenza definitiva: Sacchi sceglie Rijkaard come terzo straniero. Borghi è costretto a prendere la via dell’esilio e se ne va in Svizzera, nel Neuchatel Xamax, ma dopo qualche mese fa ritorno in Argentina. Per qualche anno fa il girovago, giocando in Brasile e Messico, poi torna in Patria nel 1995 e tre anni più tardi decide di ritirarsi. Un grande talento che in Italia non è mai esploso. Insomma, l’ennesima vittima di Sacchi. Oggi fa il Procuratore in società con Hugo Rubio in Cile, e ogni tanto non disdegna di mandare una bella “frecciatina” a Sacchi, dipingendolo come un vero aguzzino. Che in merito al talento di Borghi ha però saputo guardare più in là del proprio naso.


«Il pallone per lui era la naturale appendice delle gambe»
(Fernando Redondo, ex centrocampista Argentinos Juniors)

«Quanti litigi con Sacchi, meglio Capello per me: mi parlava tanto, credeva in me. Forse, se fosse rimasto al Milan, la mia storia sarebbe stata diversa»
(Claudio Daniel Borghi)

«A Como non ebbi fortuna, mi toccarono Agroppi e Burgnich: l’anticalcio. Ti dicevano solo quello che non dovevi fare in campo, ma non quello che dovevi fare»
(Claudio Daniel Borghi)

Stagione Squadra Presenze Reti
1981-87 Argentinos Juniors 55 9
1987-88 Como 7 -
1988-89 Neuchatel Xamax
Nov. 88 River Plate 21 1
1989-90 Flamengo 6 -
Gen. 90 Independiente 12 1
1990-91 Union Santa Fe 12 1
1991-92 Huracan 7 -
Gen. 92 Colo Colo
1992-93 Platense 12 -
1993-94 Correcaminos 10 -
1994-95 O’Higgins
1995-97 Audax Italiano
1998-99 Santiago Wanderers 6 -
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