Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.

Nome e Cognome:

Caio Ribeiro Decoussau


Luogo di Nascita:

San Paolo (Brasile)


Data di Nascita:

16/08/1975


Ruolo:

Attaccante


Posizione:

Seconda Punta


Squadre:

Inter,
Napoli

Voto al Bidone:

9


In una parola:

Adolescente



Caio Ribeiro Decoussau


Il “bambinello” brasiliano capace solo di regalare sorrisi


26/08/2006

di Cristian Vitali

«Sono venuto a Milano per giocare in una grande squadra, ma anche per diventare più colto. Mi ritengo un giocatore veloce, che cerca sempre il gol. Ma voglio che siano gli altri a giudicarmi»
(Caio, attaccante Inter)
«Caio l’ho voluto io, è un ottimo investimento per il futuro»
(Massimo Moratti, Presidente Inter)

Caio (Ribeiro Decoussau) fu uno dei primi, magrissimi acquisti dell’era Moratti. Giovanissima stella del San Paolo e grande protagonista del Mondiale Under 20 disputato con la maglia del Brasile, fu pagato dal Patron nerazzurro circa 5 milioni di Dollari (7 Miliardi e mezzo di Lire). Possiamo quindi definirlo come una sorta di Pato “ante litteram”, almeno nelle aspettative. Arrivò a Milano su segnalazione del connazionale Roberto Carlos, quasi in contemporanea agli argentini Javier Zanetti e Sebastian Rambert (due giocatori dai destini alquanto contrapposti, ma questa è un’altra storia). Sbarcò il 10 novembre 1995 all’Aereoporto di Linate con queste parole: «Se Hodgson vuole, sono pronto a giocare già la prossima settimana, contro l’Udinese». Atteggiamento agguerrito e deciso, ma in netto contrasto con il suo aspetto molto pacioso: faccia da perenne bambino, sguardo sorridente e apparentemente rassicurante, in campo si dimostrò l’esatto contrario di quel che poteva far trasparire con la sua innocente tranquillità (e con la decisione paventata dalle sue parole).

«E’ molto bello qui. Ho incontrato simpatia da parte di tutti. Adesso spero di poter ricambiare in campo. Sono pronto e mi auguro di giocare al più presto»
(Caio, attaccante Inter, durante la presentazione)
Evanescente come il vapore acqueo, con la maglia nerazzurra debuttò il 29 Novembre 1995, in un Inter-Lazio di Coppa Italia. Ma il magro score con la squadra meneghina si riduce a 6 apparizioni in campionato più 2 misere comparsate in Coppa Italia, senza riuscire ad adattarsi ai ritmi del campionato italiano. Ciononostante, per cercare di non perdere più di tanto dall’investimento fatto, il “bambinello” viene girato in prestito al Napoli, che promette di farlo giocare titolare in coppia con il napoletano Nicola Caccia, nella speranza che riesca, con una magia, a segnare gol con continuità. Purtroppo per lui però, dopo aver visto di cosa era capace, ben presto lo staff tecnico dei partenopei lasciò il suo posto ad Alfredo Aglietti (non certo un fenomeno), che giocò titolare fino alla fine del campionato. Arrivato ad una certo punto della stagione, si era ormai arreso di fronte all’evidenza, perchè alla vigilia di Napoli-Inter, infatti, ebbe a dire: «L’allenatore non mi ha detto niente. In ogni caso prometto un impegno totale. Arriva l’Inter, mia ex squadra, e la cosa mi carica. Se giocherò dall’inizio, meglio. Altrimenti, mi accontenterò anche del quarto d’ora, com’è successo fino ad oggi». Evidente la sua rassegnazione.
«Sto ancora cercando la prima rete in campionato. Ma non è questo l’importante. Se mi capita di giocare, darò il contributo alla squadra, senza cercare il gol ad ogni costo»
(Caio, attaccante Napoli, alla vigilia della gara Napoli-Inter)
Per lui venti fugaci apparizioni, nessun gol, il resto della stagione in naftalina ed il mesto ritorno in Brasile in estate dove, tra l’altro, non riuscirà mai ad affermarsi pienamente. Questo è tutto. Anzi no: bisogna dire che un gol in gare ufficiali è almeno riuscito a siglarlo, nella gara di ritorno dei Quarti di Finale di Coppa Italia nel corso dell’1-1 all’Olimpico contro la Lazio, che qualificò gli azzurri alle semifinali. La sua (dis)avventura in Serie A è finita ufficialmente una notte d’inverno al Friuli di Udine, in un Udinese-Napoli 2 a 2 nel corso della quale ebbe l’occasione per tornare a far scrivere il suo nome tra i marcatori di una partita... Una delle classiche occasioni “dentro o fuori”, “caduta o rinascita”: ad un metro dalla porta chiuse gli occhi intimorito dal tentare un tiro al volo; e invece divenne probabilmente uno dei lisci più clamorosi nella storia del calcio italiano. Tornerà nuovamente in Europa per una breve (e deludente) parentesi nella Serie B tedesca, nel semi-sconosciuto Rot-Weiss Oberhausen, per poi far rientro nuovamente in Patria e ritirarsi ad appena 30 anni per intraprendere la carriera di modello (addirittura?) e di telecronista e commentatore. Evidentemente ha capito in tempo che i suoi ammiccanti sorrisi rendono molto di più su di una elegante passerella piuttosto che su un banale campo di calcio.


«Milano mi piace, é un posto chic»
(Caio, attaccante Inter)

«Spero che i tifosi si rendano conto che in due settimane e a 20 anni non può essere come Baggio»
(Roy Hodgson, allenatore Inter)

Stagione Squadra Presenze Reti
1994-95 San Paolo 31 14
1995-96 Inter 6 -
1996-97 Napoli 20 -
1997-98 Santos 25 6
1998-99 Flamengo 30 3
1999-00 Inattivo
2000-01 Santos 11 -
2001-02 Fluminense 16 2
Gen. 02 Flamengo 7 -
2002-03 Gremio 26 4
2003-04 RW Oberhausen (B) 15 1
2004-06 Botafogo 42 10
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