Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.

Nome e Cognome:

Borislav Cvetkovic


Luogo di Nascita:

Karlovac (Croazia)


Data di Nascita:

30/09/1962


Ruolo:

Centrocampista


Posizione:

Ala Sinistra


Squadre:

Ascoli,
Maceratese,
Casertana

Voto al Bidone:

6


In una parola:



Borislav Cvetkovic


Protagonista di un vertiginoso salto indietro dalla A alla D


12/03/09

di Cristian Vitali

«Arslanovic e Cvetkovic? Quei due mi hanno perseguitato»
(Tonino Carino, giornalista RAI, sulla sua cronica difficoltà nel pronunciare i nomi dei calciatori stranieri)

Classica Ala – spesso impiegato anche come rifinitore – esordisce nell’allora campionato jugoslavo nel 1980, diventando ben presto uno dei pilastri del centrocampo. Nel 1986 si trasferisce alla Stella Rossa, affermandosi così anche in ambito internazionale – dopo aver vinto 2 Scudetti e 1 Coppa di Jugoslavia – grazie alla partecipazione della sua squadra alla Coppa dei Campioni, la massima rassegna continentale, conquistando pure il titolo di capocannoniere della manifestazione nel 1987, con ben 7 reti realizzate. L’anno seguente, con questo interessante biglietto da visita, viene ingaggiato dall’Ascoli, dove gioca per tre anni, l’ultimo dei quali in Serie B. Nel campionato italiano gioca abbastanza bene, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “Anguilla di Karlovac”, per la sua abilità, già vista in Patria, nello “sgusciare” tra le difese avversarie. Il suo unico grande difetto era quello di non avere una gran confidenza col gol, visto che spesso vanificava facili occasioni perdendosi sul più bello.

«In attacco abbiamo Cvetkovic, un giocatore di valore europeo»
(Costantino Rozzi, Presidente Ascoli | «La Repubblica», 28/07/1988)
Aveva quindi dei “numeri”, purtoppo non accompagnati da un talento puro. Dopo una salvezza contraddistinta però da una montagna di errori a livello personale, a causa di parecchie difficoltà di adattamento ai ritmi del campionato italiano, con la piccola soddisfazione di aver segnato una rete al San Paolo di Napoli al cospetto del grande Diego Armando Maradona, nella stagione successiva la squadra finisce in Serie B all’ultimo posto in classifica. Il purgatorio nel torneo cadetto durò solo un anno, ma verso il finale di stagione si infortunò gravemente, tanto da essere costretto a restare fermo per un anno. L’Ascoli lo lasciò libero al termine del contratto (sostituendolo con Troglio), e dopo un intero campionato passato a leccarsi le ferite, si guardò intorno, si sentì abbandonato e dimenticato da tutti, e arrivò a firmare per la Maceratese, che nel 1992 si apprestava a disputare il campionato di Serie D. Da Ascoli Piceno a Macerata: geograficamente parlando molto vicine, ma da un punto di vista calcistico decisamente agli antipodi. Dalla Serie A appena conquistata sul campo alla Serie D nel giro di un solo anno: se non è un record, poco ci manca. Un salto all’indietro che, per un giocatore che aveva anche collezionato 14 presenze con 2 reti – dal 1983 al 1988 – con la maglia della Nazionale della Jugoslavia, aveva il sapore della fine, forse un pochino prematura.
Il giorno del suo esordio con la maglia della Maceratese, i tifosi in curva attaccarono uno striscione: «Una punta di diamante per una squadra di gioielli». Un entusiasmo più che giustificato, per una squadra di Serie D. Però, nonostante le sue ottime giocate di cui fu protagonista, in tutto l’arco del campionato segnò 8 gol: ci si sarebbe aspettato di più da un giocatore che, pur provenendo da un anno di inattività, era solito calcare palcoscenici molto, ma molto più prestigiosi. Così, seppur con la squadra marchigiana avesse conquistato la promozione in Serie C2, vincendo il Girone E dell’Interregionale, nel 1993 passa alla Casertana che proveniva da un doppio salto all’indietro, avendo prima subito la retrocessione dal campionato di Serie B e poi da una stagione in C1 culminato con il fallimento dei campani, che furono costretti a ripartire con una nuova Società dalla Serie D. Un’altra stagione fatta di luci ed ombre, con un secondo posto finale colmo di rimpianti, fino alla decisione di chiudere in Patria, nell’ambiguo e semisconosciuto Borac Cacak, dove spende gli ultimi spiccioli della carriera.
AGGIORNAMENTI — Dopo il ritiro resta in Croazia e nella stagione 2005/06 diventa Assistente Tecnico di Walter Zenga nella Stella Rossa di Belgrado.


Stagione Squadra Presenze Reti
1980-86 Dinamo Zagabria 151 44
1986-88 Stella Rossa 60 17
1988-89 Ascoli 32 6
1989-90 Ascoli 29 7
1990-91 Ascoli (B) 23 7
1991-92 Inattivo
1992-93 Maceratese (D) 26 8
1993-94 Casertana (D) 19 6
1994-95 Borac Cacak 7 1
Copyright © 2006 Calciobidoni.it — Le Meteore e i Bidoni del calcio italiano | Webmaster Cristian Vitali

Qualsiasi materiale pubblicato (testi ed immagini) può essere riprodotto a condizione che venga citata la fonte — Calciobidoni.it