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Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.

Stephane Demol
Boosvorde (Belgio)
11/03/1966
Difensore
Centrale Sinistro
Bologna
7,5
—
Con la maglia rossoblu scomparvero tutte le sue qualità
08/08/2009
di Cristian Vitali
Cresciuto nel piccolo club del Drogenbos, il giovane Stephane Demol si dimostra in poco tempo uno dei migliori della nuova generazione di difensori della scuola fiamminga. Titolare indiscusso dal 1984 di quella squadra, nell’estate del 1988 viene ingaggiato dal neopromosso Bologna, uno dei tanti “nobili decaduti” del nostro calcio, che in quegli anni cercò di risorgere, riuscendoci solo in minima parte. Dopo anni di purgatorio, il calcio champagne di Gigione Maifredi riportò i felsinei nella massima Serie. Demol andò ad aggiungersi ai non eccelsi Aaltonen e Rubio, formando quindi un trio di “Bidoni” eccezionale. Il bello è che nonostante la contemporanea presenza di questo insolito trio, i rossoblu riuscirono ugualmente a salvarsi! In quella stagione i giocatori italiani – grazie alla presenza di vecchi marpioni del calibro di Cabrini e Bonini – fecero decisamente gli straordinari. Il belga con la sua Nazionale aveva conquistato, due anni prima, un sorprendente quarto posto ai Mondiali di Messico 1986, la qual cosa aveva aumentato considerevolmente le quotazioni dei propri giocatori.
Tuttavia, tortellini a parte, a Bologna giocò poco e male, realizzando due reti, entrambe su rigore. Quell’eleganza intravista ai Mondiali a Bologna scomparve nel nulla. Chiusa la deludente parentesi bolognese, fu acquistato dal Porto, con il quale vince subito il campionato portoghese. Ciononostante, lascia il Portogallo e si trasferisce in Francia, ma da quella stagione dimostra di non essere un giocatore che si affeziona ad una squadra, cambiando spesso casacca anche dopo un solo anno. Tra il 1986 e il 1991 colleziona 38 presenze (e una rete, contro l’Urss) con la maglia della Nazionale belga. Nel 1993 vince la Coppa del Belgio con lo Standard di Liegi, e quella sarà la sua ultima stagione degna di nota. Infatti, negli anni a venire, diversi infortuni ne condizionano pesantemente la presenza in campo ed il rendimento. Pertanto, nel 1999 conclude la carriera da giocatore per intraprende, a stagione ancora in corso, quella di allenatore, sempre con lo stesso club, il SK Halle. In quella stagione, quindi, ricoprì l’insolita doppia veste di giocatore-allenatore. Tra gli altri club da lui allenati, ci sono il Malines (2002), il Dender (2003, con il quale aveva già giocato) e il Liegi (2005). Tra il 2006 e il Luglio 2008 è stato il vice del Commissario Tecnico della Nazionale belga.
«Scifo ha fallito e sono amareggiato per lui ma anche sorpreso perché è uno di quelli die danno del tu al pallone: probabilmente la colpa non sarà stata tutta sua, il calcio si gioca in undici e per brillare ci vuole una buona squadra»
(Stephane Demol, difensore Bologna | «La Stampa», 25/07/1988)
| Stagione | Squadra | Presenze | Reti |
| 1975-80 | FC Drogenbos | - | - |
| 1980-84 | Anderlecht | ||
| 1984-88 | Anderlecht | 52 | 6 |
| 1988-89 | Bologna | 21 | 2 |
| 1989-90 | Porto | 31 | 11 |
| 1990-91 | Tolosa | 33 | 2 |
| 1991-93 | Standard Liegi | 56 | 5 |
| 1993-94 | Cercle Bruges | 12 | - |
| 1994-95 | Sporting Braga | 3 | - |
| 1995-96 | Panionios | 3 | - |
| 1996-97 | Lugano | 6 | - |
| 1997-98 | Tolone (B) | 27 | 1 |
| 1998-99 | Denderleeuw | 6 | 1 |
| 1999-00 | SK Halle |
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