Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.

Nome e Cognome:

Miljenko Kovacic


Luogo di Nascita:

Zagabria (Croazia)


Data di Nascita:

12/03/1973


Ruolo:

Attaccante


Posizione:

Centravanti/Ala


Squadre:

Brescia

Voto al Bidone:

7


In una parola:



Miljenko Kovacic


Il tragico e beffardo destino del centravanti “contadino”


06/06/2008

di Cristian Vitali

«Alle parole preferisco i fatti»
(Miljenko Kovacic, attaccante Brescia, durante la presentazione)
«Kovacic è una seconda punta dotata di grande velocità, pericoloso quando scatta in profondità. Un uomo-assist, il giocatore che ci serviva dopo la partenza di Criniti»
(Edoardo Reja, allenatore Brescia)

Kovacic nasce a Zagabria, e nella squadra della sua città natale inizia a tirare i primi calci ad un pallone: gioca in attacco, e dicono che in campo sia velocissimo. E sarà proprio l’alta velocità a spezzare la sua vita. Infatti Miljenko ha perso la vita Sabato 20 Agosto 2005 in un incidente stradale avvenuto in Croazia. Al volante di una potente Kawasaki «Ninja» viaggiava sull'autostrada A3, da Varazdin verso la capitale croata, quando la sua moto è andata a sbattere a grande velocità e ha poi preso fuoco. Vani furono i tentativi di soccorso: Kovacic morì sul colpo. Un epilogo drammatico, a soli 32 anni, per un giocatore davvero sfortunato. Ripercorriamo le tappe della sua vita calcistica. Dopo essersi messo in mostra nella Dinamo Zagabria, nel Novembre 1996 passa al Brescia. Ma prima di debuttare in B dovrà aspettare il 26 Gennaio 1997, quando all’ultima di andata, il tecnico Edoardo Reja lo fa debuttare a Venezia contro gli arancioneroverdi allenati da Walter De Vecchi, in una partita inutile, persa 3-0. Dopo il debutto, nel girone di ritorno scende in campo altre 15 volte, senza però mai giocare una partita intera. A Lucca, a pochi minuti dal termine, firma il definitivo 3-0 della sua squadra siglando così finalmente il suo primo gol con la maglia del Brescia. Con il Castel di Sangro il 13 Aprile, Kovacic segnerà poi il suo secondo gol stagionale, raccogliendo una corta respinta di Lotti su tiro di Campolonghi, che purtroppo sarà anche l’ultimo che realizzerà in Italia. Al termine della stagione il Brescia conquista la promozione in Serie A, che però riserverà pochissime soddisfazioni all’attaccante croato. Il debutto avviene il 30 Novembre 1997, allorquando subentra nella partita persa per 2-1 al San Nicola di Bari (con Beppe Materazzi che il giorno successivo sarà licenziato). Giocherà solo un’altra gara, a Udine, in un’altra sconfitta (1-3). I vari tecnici che si succedono sulla panchina del Brescia non lo vedono. Il ragazzo corre, ma sempre in verticale, senza fermarsi né tentare un diversivo, un dribbling o un cross. E alla fine dell'anno le “rondinelle” retrocedono.

«Grazie a tutti, ma il mio tempo qui è scaduto: mi aspettano il lavoro nei campi e la preghiera. Diventerò un bravo contadino: arerò i campi e mungerò le mucche. La grinta e l’aggressività da attaccante non mi appartengono più, forse non mi sono mai appartenute»
(Miljenko Kovacic, attaccante Brescia)
Nella stagione successiva, anche in Serie B il nuovo mister Silvio Baldini non gli concede spazio: lo convoca una volta sola, tenendolo in panchina. Insofferente a questa situazione, e dopo aver dichiarato che il calcio italiano lo stressa, alla fine del 1998 Kovacic decide di rescindere il contratto e torna in Patria, ma non per trovare un altro ingaggio, bensì per fare il coltivatore diretto. In pubblico non ha mai parlato delle sue scelte private, ma è noto che si era dedicato alla religione di Krishna. Anche per questo motivo aveva abbandonato il Brescia. «Non ho più voglia di giocare, preferisco dedicarmi a Dio», aveva spiegato in un’intervista al quotidiano locale “Brescia Oggi”. Motivò la sua decisione così: «Per giocare servono rabbia e cattiveria. Io non me la sento». Nel 2001 però, non resiste al richiamo del calcio giocato e rimette le scarpe da gioco: riparte dal Pik Vrbovec in seconda Serie e poi passa allo Slaven Belupo di Koprivnica, per poi tentare di nuovo l’esperienza all’estero in un campionato meno impegnativo, quello israeliano con l’Hapoel Petach Tikva. Dopo solo un anno lascia nuovamente il calcio (questa volta definitivamente) e torna in Patria, per piantare verdura a Vrbovec, un piccolo paese vicino a Koprinica, nel nord della Croazia. Padre (separato) di due figli, dopo essersi ritirato, viveva da solo. Poi quel tragico 20 Agosto 2005, quando, a soli 32 anni, la sua vita termina bruscamente. «Dopo l’esperienza in Medio Oriente, Miljenko aveva deciso di ripartire ancora una volta dal nostro club – dichiarò a “Brescia Oggi” Robert Kerovec, Direttore Tecnico dello Slaven Belupo, il club croato in cui Kovacic aveva giocato prima di andare in Israele – ma ben presto ci aveva ripensato e chiesto di abbandonare la carriera per ragioni personali e familiari. I funerali svolgeranno a Vrbovec, dove Miljenko viveva in una fattoria». Nel 1996, con la Dinamo Zagabria, aveva vinto un Campionato e la Coppa nazionale croata, attirando le attenzioni degli osservatori del Brescia. L’avventura italiana, però, si era rivelata molto sfortunata. Anche per questo a un certo punto Miljenko aveva deciso di smettere, prendersi una pausa di riflessione e dedicarsi completamente all’agricoltura, alla famiglia e alla religione. Purtroppo però l’alta velocità e la sua passione per la moto lo hanno strappato alla vita prima del tempo.


«Kovacic ha scelto Dio, ha scelto di uscire in anticipo dalla scatola, da quella scatola nella quale rischi di rimanere chiuso fino a 34 anni e poi venir fuori e ritrovarti solo»
(Damiano Tommasi, centrocampista Roma)

«Io non ho lasciato il calcio. Ho lasciato il lavoro del calcio»
(Miljenko Kovacic, attaccante Brescia)

«E’ una scelta che gli fa onore»
(Silvio Baldini, allenatore Brescia)

Stagione Squadra Presenze Reti
1993-96 Dinamo Zagabria 26 7
1996-97 Brescia (B) 16 2
1997-98 Brescia 2 -
1998-99 Brescia (B) - -
1999-00 Inattivo
2000-01 Pik Vrbovec (B)
2001-03 Slaven Belupo 57 13
2003-04 Hapoel Petach Tikva 30 2
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