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Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.

Moacir Bastos Tuta
San Paolo (Brasile)
20/06/1974
Attaccante
Centravanti
Venezia
7,5
Abbandonato
Il giovane e precoce nigeriano leggero come una piuma
18/08/2008
di Cristian Vitali
La storia di questo centravanti brasiliano è emblematica. Già il suo nome a Venezia diede adito a grossi equivoci: la sua assonanza con quello del più famoso Batistuta è a dir poco incredibile. A sentire la notizia di sfuggita pareva che il Venezia avesse fatto il colpo del secolo: l’ingaggio del cannoniere argentino della Fiorentina, ancora nella fase migliore della sua carriera, che sarebbe passato così dalla rincorsa allo Scudetto alla lotta per non retrocedere. Sembrava impossibile. Ed infatti non si trattava di lui, il goleador della Nazionale argentina, bensì del semi-sconosciuto Bastos Tuta. Se poi notiamo che somiglia in un maniera impressionante – sembrano due gocce d’acqua – all’attore che interpretò il centravanti Aristoteles – il talento brasiliano scoperto da Oronzo Canà, alias Lino Banfi, nel film cult “L’Allenatore nel Pallone” – ecco che il quadro non potrebbe essere più completo. Arrivò nella laguna veneziana il 26 Ottobre 1998, accompagnato da un alone di mistero e da una sua foto diffusa su Internet che lo ritrae mentre esce dal campo con la gamba fratturata: come biglietto da visita non c’è male! Con la maglia dei lagunari si destreggia tra qualche comparsata al posto degli attaccanti titolari Recoba e Maniero – all’epoca micidiali – e qualche notte di divertimento a ritmo di samba assieme al compagno di squadra Fabio Bilica. Iniziò bene, segnando nel match casalingo alla Lazio e realizzando anche una rete a “San Siro” al Milan futuro Campione d’Italia, poi racimolò qualche altra prestazione discreta, infine successe il patatrack.
Nel Gennaio 1999, durante lo scontro salvezza con il Bari, sul risultato di 1-1, Novellino buttò nella mischia il nostro che al minuto 90 indovinò la zampata vincente per gol del sorpasso. Fatto sta che esultò come un indemoniato, ma fu l’unico. Sia i giocatori del Bari che i compagni lo guardano storto, quasi nessuno lo festeggia, e a fine partita si accende una piccola rissa: lui viene accusato di non capire una parola di italiano, si sente indifeso come un pulcino di fronte a quell’inspiegabile episodio. Corse a destra e a manca cercando qualcuno da abbracciare, senza capire perché tutti lo ignorassero. E come se non bastasse, le prese pure di santa ragione negli spogliatoi. Da quel giorno di Tuta non se ne sentirà parlare quasi più. Quell’infausto episodio lo ha moralmente e psicologicamente distrutto: pertanto lasciò impaurito l’Italia, con la ripromessa di non tornarci mai più, nonostante il suo procuratore abbia cercato di difenderlo a spada tratta: «Qui abbiamo di fronte un ragazzo che è entrato in campo a dodici minuti dal termine, ha fatto gol, ne ha fatti tre in questo campionato e ha dato 6 punti al Venezia. Ebbene questo giocatore, un professionista, viene additato al pubblico ludibrio. Mi aspettavo che qualcuno lo difendesse in altra maniera perché Tuta è un signor professionista: ha tanta fiducia nel calcio italiano dove vorrebbe continuare a giocare. Io capisco le ragioni di stato e di club. Ma non si può continuare a trattare il giocatore come fosse un pazzo. E non so se è il caso di continuare con questo clima». Ed infatti a fine stagione, dimenticato da tutti, con l’inchiesta archiviata in pochi giorni, tornò in Patria. Ha poi giocato anche in Ucraina e in Corea, poi è nuovamente tornato in Brasile, ma non sarà più in grado di combinare qualcosa di buono: quell’esperienza di Venezia lo aveva ormai traumatizzato. Fu così che la sua affermazione nel calcio italiano da improbabile divenne impossibile.
«Ho accettato la proposta del Venezia perchè ritengo di fare bene anche nel campionato italiano. Avrò bisogno di qualche settimana per ambientarmi ma sono abituato a superare gli ostacoli»
(Moacir Bastos Tuta, attaccante Venezia, durante la presentazione)
«Sono un buon colpitore di testa, uso entrambi i piedi»
(Moacir Bastos Tuta, attaccante Venezia, durante la presentazione)
«Il colpo di testa, la dinamicità e la corsa sono le sue qualità migliori. E’ un lottatore, uno che sa trascinare il gruppo e i tifosi»
(Walter Novellino, allenatore Venezia)
«Questa maglia è già nel mio cuore, riusciremo a salvarci»
(Moacir Bastos Tuta, attaccante Venezia)
«Sono abituato a dare sempre il massimo. Sto soffrendo il freddo di Venezia, ma mi abituerò anche a questo»
(Moacir Bastos Tuta, attaccante Venezia)
«E’ successa una cosa stranissima, che in Brasile sarebbe assolutamente impensabile. Ho fatto vincere il Venezia con un mio gol, eppure tutti si sono arrabbiati, non solo i giocatori del Bari. Da noi bisogna sempre cercare di segnare, qui invece i miei compagni erano contenti dell’1-1»
(Moacir Bastos Tuta, attaccante Venezia)
| Stagione | Squadra | Presenze | Reti |
| 1992-94 | Aracatuba (B) | - | - |
| 1994-95 | XV Piracicaba (B) | ||
| 1995-96 | Aracatuba (B) | ||
| 1996-97 | Juventude | 2 | - |
| Gen. 97 | Portuguesa | 3 | - |
| 1997-99 | Atletico Paranaense | 36 | 19 |
| Ott. 98 | Venezia | 18 | 3 |
| 1999-00 | Vitoria Bahia | 39 | 15 |
| 2000-01 | Flamengo | 26 | 12 |
| 2001-02 | Palmeiras | 11 | 7 |
| Gen. 02 | Dinamo Kiev | ||
| 2002-03 | Anyang Cheetahs | 18 | 9 |
| Dic. 02 | Flamengo | 4 | - |
| Gen. 03 | Suwon Samsung | 31 | 14 |
| 2004-05 | Coritiba | 41 | 16 |
| 2005-07 | Fluminense | 66 | 28 |
| Gen. 07 | Gremio | 25 | 9 |
| Gen. 08 | Figueirense (B) | ||
| 2008-09 | San Caetano | 20 | 10 |
| 2009-11 | Nautico |
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