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Dhorasoo, da anonima riserva ad improbabile regista


Ma il “panchinaro” francese fece “flop” anche al cinema


18/12/2008

di Cristian Vitali

Quando un calciatore (o presunto tale) non riesce a far parlare di sé per le sue capacità, la storia insegna che cerca di attirare l’attenzione in altre maniere. Il carattere “esuberante” di alcune persone – o meglio, personaggi – porta a compiere delle azioni fuori dal comune. Vikash Dhorasoo, discreto centrocampista messosi in luce con le maglie di Le Havre, Lione e Bordeaux, è uno di questi. Fu protagonista di brillanti prestazioni in Patria, che gli valsero la chiamata del Milan. Il suo arrivo a Milanello coincise con una svolta decisiva della sua carriera: l’inesorabile parabola discendente. In rossonero non riuscì ad emergere dall’anonimato, e così tornò in Francia, al PSG. Ma anche lì le cose non andarono bene. Lo licenziarono in tronco dopo le sue dichiarazioni al veleno contro la dirigenza che seguirono i forti dissapori con l’allenatore. Ma cos’è il genio? Fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione. Ecco quindi emergere il “personaggio” Vikash, che in pochi mesi si rifà una vita: da artista. Regista di un film sui Mondiali, quelli persi contro l’Italia e soprattutto vissuti da panchinaro. Un’esperienza traumatizzante per un centrocampista che sperava di viverli da protagonista. Così nacque il lampo di genio: sfruttare la sua desolante condizione di panchinaro per girare un film-documentario: “The Substitute”, appunto, realizzato interamente con la propria telecamera, che raccontava come si svolgeva il ritiro dei francesi ai Mondiali con gli occhi di una riserva. Ma l’uscita del filmato non fu vista di buon occhio da molti addetti ai lavori, primi tra tutti gli ex compagni della Nazionale contrari alla diffusione di immagini considerate private. Risultato: immediata esclusione dai Blues di Dhorasoo. Come dire: oltre al danno, anche la beffa. Curiosità: il film, premiato al Festival di Belfort, selezionato a Berlino e al Festival di Bellaria, ha raccolto meno di 20.000 spettatori nei cinema francesi. «E’ stata comunque una bella avventura», disse il giocatore. Non ne siamo troppo convinti. E sicuramente non lo era neanche lui.


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