Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.

Nome e Cognome:

Patrice Evrà


Luogo di Nascita:

Dakar (Senegal)


Data di Nascita:

15/05/1981


Ruolo:

Difensore,
Centrocampista


Posizione:

Terzino Sinistro,
Esterno Sinistro


Squadre:

Marsala,
Monza,
Juventus



Patrice Evrà


Fu bravo ma ignorato: che ingratitudine il calcio italiano!


18/08/2008

di Cristian Vitali

«Un signore italiano che aveva un ristorante a Parigi mi propose di andare al Torino. Mia madre non voleva, fu mio fratello a convincerla. Lì ci rimasi due settimane, c’era una signora che ci faceva da mamma, ma ero sempre triste. Un giorno arrivò il D.S. del Marsala: verresti da noi? Dissi subito di sì. E cominciò la mia odissea»
(Patrice Evrà — Intervista di Emanuele Gamba | «La Repubblica», 29/09/2014)

Nel 1998 il Marsala stravince il campionato di C2 e approda trionfante in C1. L’allenatore Massimo Morgia parla con il Presidente Mannone: vuole convincerlo a comprare un paio di giocatori di categoria per tentare il “grande salto” in B. Ma non ci riesce, hanno vedute diverse e alcune divergenze insanabili. Tanto che il tecnico lascia la squadra e accetta la sfida del Palermo, appena ripescato in C1. E il Marsala viene smantellato. In panchina arriva Agatino Cuttone, e nonostante i pronostici sfavorevoli, la squadra a fine stagione si salverà senza problemi. Tra i tanti acquisti arrivò in Sicilia anche un giovanotto di colore, che era stato “tagliato” dalle giovanili del PSG. Chi lo vide le prime volte in allenamento ne era rimasto entusiasta, tanto da paragonarlo a Vieira dell’Arsenal. Esordirà in campionato sistemandosi sulla fascia sinistra e facendo impazzire la difesa avversaria; nelle successive partite è sempre il migliore in campo.

«La gente di Marsala era calda, s’affacciava al balcone e mi invitava a pranzo. Ero figlio di tutti. A quei mesi sono legati i ricordi più belli, anche se pregavo che le partite durassero in eterno perché quando l’arbitro fischiava la fine mi veniva il magone e piangevo»
(Patrice Evrà — Intervista di Emanuele Gamba | «La Repubblica», 29/09/2014)
Mostra difficoltà ad imparare la lingua italiana, ma diventa senza problemi uno dei pilastri della squadra. Arriva anche a spostarsi in avanti, come ala sinistra. In quella posizione (e anche come mezzapunta, alternandosi con Barraco) si segnala evidenziando mostruose doti tecniche, con ampi margini di miglioramento, e realizzando un bottino di 3 reti. Tuttavia, a fine stagione la società non naviga in buone acque, e quindi divenne indispensabile sacrificare Evrà, che sarà ceduto al Monza per appena 250.000 Euro! Un giovanissimo attaccante (19 anni all’epoca), veloce, tecnico, e con un futuro assicurato ceduto quasi gratis. E’ vero che il Presidente Mannone aveva bisogno disperato di liquidi, ma alla finestra c’erano grossi club (si parlò dell’Empoli e del Bologna) pronti ad ingaggiarlo. E poi a Monza si bruciò, poiché non venne quasi per niente utilizzato.
Passò quindi al Nizza, allora presieduto da Franco Sensi, che era allo sbando: dopo due stagioni non gli venne neanche rinnovato il contratto, nonostante il “Cioccolatino”, come era affettuosamente soprannominato dai tifosi del Marsala, trascinò la squadra francese in Premiere Division prima di essere spedito al Monaco a causa dei gravi problemi economici societari. In realtà, il Monaco riuscì per miracolo a strappare il giocatore alla Salernitana. Tra l’altro la Juventus, in inverno, lo aveva opzionato con obbligo, però, di esercitare la “prenotazione” entro Marzo 2004, cosa mai accaduta. Evrà con la squadra del Principato ha militato dal 2002 al 2006, arrivando anche alla finale di Champion’s League nel 2004, conquistando la Coppa di Lega francese. Passato nel Gennaio 2006 al Manchester United, dove ha preso la maglia numero 3 di Phil Neville, si è presto guadagnato un posto in squadra, esordendo anche nella Nazionale francese. Il calcio italiano non ha saputo apprezzarlo. Il “Bidone” se lo sono tirato (come una zappa sui piedi) tutte quelle numerose squadre italiane che non hanno puntato su di lui fino in fondo. Vergogna!
AGGIORNAMENTI — Come spesso accade, il campionato italiano si ricorda di alcuni grandi giocatori quando ormai sono stati sfruttati al massimo (e giunti oltre la trentina) da altri grandi club europei: è stato anche il caso di Evrà, che è tornato in Italia alla Juventus nel 2014, a 33 anni, dopo esser divenuto un’icona del Manchester United. Dopo un'inizio decisamente sottotono, si è ripreso dando l’impressione di poter ancora sparare qualche cartuccia. Ma se vogliamo ricollegarci alle origini di Calciobidoni, la nota stonata Evrà qualcosa di decisamente negativo ce l’ha: con la sconfitta in finale contro il Barcellona del 6 Giugno 2015, ottiene il poco invidiabile primato di giocatore con il maggior numero di finali perse di UEFA Champions League. Ben quattro (2004, 2009, 2011, 2015).


Stagione Squadra Presenze Reti
1997-98 Paris Saint Germain - -
1998-99 Marsala (C1) 24 3
1999-00 Monza (B) 3 -
2000-02 Nice (B) 40 4
2002-06 Monaco 120 1
2006-14 Manchester United 273 7
2014-15 Juventus 21 1
2015-16 Juventus 13 1
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