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Calciobidone 2011: vota il peggiore!


Torna il concorso che “premia” il peggior calciatore straniero della stagione passata


26/11/2011

di Cristian Vitali

Per il terzo anno consecutivo vi invitiamo a votare il “Calciobidone”, titolo che sarà assegnato, come di consueto, al calciatore di nazionalità straniera che ha maggiormente deluso nel campionato italiano di Serie A nel corso della stagione appena archiviata. Chi sarà a scalzare il “dominio” incontrastato del portoghese Quaresma, vincitore per due volte consecutive? La votazione seguirà le medesime regole della passata Edizione; in particolare, l’arco di tempo da considerare abbraccia l’intera stagione agonistica 2010/2011, con particolare riferimento all’anno 2011 (quindi il periodo preso in esame per la votazione abbraccia l’arco da Luglio 2010 a Dicembre 2011). La votazione avrà luogo nel corso dell’intero mese di Dicembre, a partire da Sabato 26/11/2011 e scadenza Sabato 31/12/2011. Nel corso del Gennaio successivo, provvederemo a svelare il nome del vincitore e la graduatoria finale.

Anche quest’anno una Giuria di Giornalisti Sportivi ha selezionato per voi una lista di 20 nominativi da votare; e come la scorsa Edizione, viene riproposta l’iniziativa delle “nomination”: oltre a comunicarci le vostre 3 preferenze, potrete nominare un ulteriore calciatore straniero non presente in lista. Di seguito tutti i dettagli per partecipare al nostro sondaggio.

Il Video Ufficiale del Calciobidone 2011

Elenco dei Candidati al Calciobidone 2011

In rigoroso ordine alfabetico, ecco i Profili, redatti da Cristian Vitali, dei calciatori stranieri che saranno oggetto della votazione.

ADRIANO (Brasile, Roma)
La sua dipartita dal campionato italiano, avvenuta con la rescissione del contratto che lo legava alla Roma nel giorno della Festa della Donna, non ha cancellato le magre figure che collezionava nella Capitale. Dalle dichiarazioni verbali al campo giocato, in entrambe le occasioni c’era da sbellicarsi dalle risate. A Settembre 2010 pareva un’altra “operazione recupero”, ogni giorno c’era chi lo rivedeva nuovamente “Imperatore”, chi lo proclamava l’ennesimo Re di Roma: gente con le fette di prosciutto sugli occhi, vista l’imponente mole di grasso che ricopriva la sua pancia. Decisamente fuori forma, poco propenso a sacrificarsi, dimostra con i fatti l’esatto contrario di quello che promette in conferenza stampa. Pochissime presenze, manco l’ombra di un gol e una certezza: il secondo posto nel “Calciobidone 2010”. Meritatissimo.
ALVAREZ Ricardo (Inter)
Ricky “Maravilla” si presenta a Milano con una polo rosa - ed e’ tutto dire - che non fa certo rima con i colori nerazzurri. Come dire: «Ragazzi, dove sono le conigliette?» Inseguito da mezzo mondo e preso dal club nerazzurro dopo un lungo blitz per la modica cifra di dodici milioni, Alvarez promise talento, versatilita’, calcio verticale, un mancino gentile e soprattutto un passaporto comunitario. E gia’ si notano analogie con un certo Quaresma. Non a caso, come l’ala portoghese fu accantonata da Mourinho, Gasperini sentenzia la sua bocciatura. Poche presenze in campionato, molti fischi dei suoi tifosi: come Quaresma. Nelle scarse occasioni in cui ha giocato non ha affatto convinto nella posizione di esterno, e tuttora non si e’ ben capito quale sia il ruolo a lui più congeniale: anziche’ velocizzare l’azione la rallenta e trotterella per il campo. E per l’ennesima volta citiamo Quaresma. Sara’ perché vediamo in lui suo “degno” erede?
AMAURI (Parma/Juventus)
D’accordo, dopo mesi da desaparecidos, a Gennaio e’ passato al Parma (un bel ritorno dopo dieci anni di distanza) dove ha ritrovato la strada del gol (sette in undici gare), facendo ben presagire per il suo futuro. Ghirardi se lo sarebbe pure tenuto, fatto sta che torna alla Juve. Tuttavia, nonostante le sue quotazioni paressero in rialzo, ritorna nuovamente nel dimenticatoio, fuori rosa e con una lunga lista di detrattori, sempre più convinti che la sua dimensione non vada oltre a quella di una squadra di Provincia. Ormai e’ un indesiderato cronico, e finira’ per lasciare il campionato italiano nonostante abbia pure voluto la Nazionale (anch’essa ormai alle spalle). Lui dice di sentirsi calcisticamente italiano, ma e’ l’Italia a non considerarlo “suo”.
BURDISSO Guillelmo (Roma)
Il fratellino dell’ex interista Nicolas, che ha ormai sposato da anni la causa giallorossa, non inverte la tendenza negativa: quella che vede i fratelli dei calciatori famosi, spesso minori, collezionare brutte figure andando a screditare il buon nome della famiglia (calcisticamente parlando). E le cinque pappine incassate dalla Roma contro il Cagliari (con lui in campo i capitolini ne presero tre) restano l’emblema della sua fugace apparizione nella Capitale. E pensare che prima del suo acquisto, il manager del difensore, che militava nel Rosario Central, disse che il suo assistito era stanco di aspettare la Roma, squadra che, come disse, «Ha perso il treno per Guillermo». Magari. Il Cesena pareva disposto a dargli una possibilità di riscatto, salvo ripensarci. Peccato, perche’ nel disastro romagnolo di quest’anno ci avrebbe sguazzato alla perfezione. Fallimento annunciato.
CANA (Lazio)
Ricordate le Nozze di Cana, quando l’acqua divenne vino? Beh, scordatevele, perche’ il matrimonio tra Cana (Lorik) e la Lazio significa far festa con i fichi secchi. Arriva di prepotenza nel centrocampo della squadra capitolina, manco fosse un salvatore della Patria: dalle parole degli addetti ai lavori, pareva dover apportare un deciso vigore nella mediana biancazzurra. Pervenuto come contropartita tecnica alla tormentata cessione di Muslera al Galatasaray, l’albanese delude fin da subito, collezionando una sfilza di insufficienze anche quando Reja lo impiega part-time. Costantemente in ritardo, in una Lazio quasi da Scudetto si rende protagonista di falli tanto brutti quanto inutili. Dannoso.
CAVALIERI (Cesena)
Arriva baldanzoso dal Liverpool - dove era relegato ad un ruolo marginale - come aspirante titolare. Ma al Cesena c'è “nonno” Antonioli, che ha vinto il campionato di B, ma ha ormai superato la soglia dei 40 anni. Il brasiliano poi, punta pure alla Selecao. Inutile dire che dopo mesi di panchina, con l’ex portiere dell’ultima Roma scudettata saldamente tra i pali dei romagnoli, Diego pensa di non meritare di restare ai margini e di guardare la partite stando seduto. Detto fatto: a Gennaio se ne va senza neppure una gara disputata. I tifosi lo rimpiangeranno solamente per quella gran gnocca della moglie, Daniela, una modella bruna che in Inghilterra e’ stata definita come una delle piu’ prosperose tra le wag in circolazione. Lei ce l’ha messa tutta a far crescere le quotazioni del consorte (a suon di sexy-copertine), ma neanche le sue curve sono servite allo scopo!
CHAVEZ Cristian Gabriel (Napoli)
Chiamato dai suoi (pochi) fan “El Negro” per via della pelle scura, l’attaccante argentino non ha mai segnato tanti gol (il suo record personale e' stato infatti di dieci reti con l’Atletico Tucuman, club di seconda serie). Infatti e’ considerata una scommessa: davanti a lui ha Pandev e Mascara. In campo gli piace partire da lontano e si paragona, come caratteristiche di gioco, a Lavezzi, ma anche a Palacio. Fino ad ora all’ombra del Vesuvio in comune con loro ha dimostrato di avere solo il ruolo e la nazionalita’, peccando sia di estro che di esplosivita’.
CICINHO (Roma)
Quando arrivo’ nella Capitale dal Real Madrid sembrava fosse giunto l’erede di Roberto Carlos. Troppo. Tant’e’ che, dopo un inizio promettente, per lui e’ stata una discesa costante verso il basso: infortuni, panchina, alcuni prestiti andata e ritorno. Poco incisivo, e’ parso davvero un colosso d’argilla. Nel frattempo la sua fama si e’ presto dissolta: gioca con il contagocce prima in giallorosso, poi al San Paolo e quindi al Villarreal, per poi tornare nuovamente alla Roma, occupando piu’ spesso la tribuna piuttosto che la panchina. La sua avventura capitolina e’ ormai giunta da tempo alle battute finali.
EDUARDO (Genoa)
Il nuovo Mister “saponetta”. Erano anni che in Italia non si vedevano cosi’ tante papere commesse in poco tempo da un solo portiere. E in piu’ compiute non certo da un Signor Nessuno, visto che Eduardo si trova nel giro della Nazionale portoghese. Il Genoa lo acquista dal Braga credendo di aver blindato la sua porta, ed invece lui regala diverse perle da «Mai dire Gol». Troppe: viene colto di sorpresa da un facile sinistro centrale di Muntari dell’Inter, dorme sul tiro flipper di Marchisio della Juve, liscia clamorosamente un rinvio regalando la porta sguarnita a Di Natale contro l’Udinese. I tifosi genoani dopo questi scempi lo soprannominano “Eduardo Mani di Forbice”, e lo contestano apertamente. Eppure, forte anche della dodicesima posizione nel ranking internazionale FIFA Portieri 2010, era reduce da un buon Mondiale, che lo ha visto arrivare fino agli Ottavi. Gia’ a Gennaio si parlava di una sua sostituzione, che e’ giunta puntuale a fine stagione: finisce in prestito al Benfica. La porta del Genoa resta cosi’ maledetta: dopo Rubinho, ha mietuto come vittima pure l’ex Nazionale Amelia, prima del portoghese. Ci e’ voluto un mostro sacro del calibro di Frey per rimettere le cose a posto.
FIDELEFF (Napoli)
Acquistato dal Newell’s Old Boys, questo sconosciuto difensore argentino al suo esordio in maglia azzurra gela i tifosi: regala la vittoria al Chievo passando un memorabile pallone in area a Moscardelli, che realizza il gol-partita e fa ridimensionare i sogni di gloria partenopei. Mazzarri insiste e lo fa giocare nel pareggio interno con la Fiorentina e nella sconfitta di Catania: non e’ che si dimostri un portafortuna. Eppure De Laurentiis, in tempi non sospetti, lo ritenne «Un acquisto che ci soddisfa». Chi s’accontenta gode... cosi’ cosi’.
GARRIDO (Lazio)
Cresciuto nella Real Sociedad, giunge nella Capitale nell’estate 2010 proveniente dal Manchester City, indicato come uno dei terzini piu’ promettenti della Spagna. Tuttavia, le roboanti credenziali appositamente confezionate dai giornalisti non serviranno ad aprire al mancino argentino la fascia sinistra biancoceleste, che per lui resta un miraggio. A Roma non ha mai lasciato il segno, raccogliendo la miseria di dieci presenze in campionato, diventando un vero e proprio oggetto misterioso. Dopo un gol realizzato in Coppa Italia contro l’Albinoleffe gli sembro’ di aver segnato in una finale Mondiale, tanto da dichiarare: «Sono felice per il gol, ora spero di giocare il derby». Spera ancora oggi: non a caso, e’ in odore di partenza verso lidi ancora sconosciuti.
LARRIVEY (Cagliari)
Soprannominato “El Bati”, per via della sua somiglianza fisica con Batistuta, e’ al Cagliari dal 2007, periodo inframmezzato da due prestiti al Velez e al Colon. Si tratta di un lungo periodo, ma sempre contrassegnato da una scarsa vena realizzativa. S’impegna, lotta e si batte, ma effettivamente il fiuto per gol alberga in altri lidi. Quando lascio’ la Sardegna per l’Argentina disse che sarebbe tornato da quell’esperienza piu’ forte, migliorato, perche’ il suo sogno e’ quello di diventare «Un grande giocatore del Cagliari». Spesso, i sogni restano tali. «E la verita’ e’ ca sesi unu bidoni», disse un tifoso sardo particolarmente esagitato in un forum del tifo rossoblu. Discontinuo e poco utilizzato, pur essendo un simpatico guerriero, le sue prestazioni continuano tuttora a costituire ben poca cosa per la causa del Cagliari.
MARTINEZ Jorge (Juventus/Cesena)
Disputa tre buoni campionati nel Catania, tanto da spalancargli le porte della Juventus, che spende ben dodici milioni di Euro per lui. Ma con la “Vecchia Signora” si trova a disagio, incapace di fare la differenza e di inserirsi negli schemi tattici di Del Neri, spesso svogliato ed anche sfortunato, visto che passa molte domeniche in infermeria. In tutto, quattordici gare, nessuna rete e la sufficienza vista da lontano. Alla fine, si preferisce cederlo in prestito in Provincia: Cesena pare la destinazione giusta per riprendere il discorso interrotto in Sicilia. E invece sprofonda ben presto nell’anonimato anche in Romagna: sara’ il colore delle maglie ad essere avverse all’argentino? Sopravvalutato.
MELO (Juventus)
Dopo un primo hannus orribilis alla Juve ha voglia di riscatto, ma la seconda chance a lui concessa viene nuovamente gettata al vento. Nonostante le buone intenzioni, la squadra di Del Neri a fine stagione resta fuori da ogni competizione europea. Il brasiliano segna un solo gol e conferma la sua involuzione, tant’è che il settimo posto finale suggella definitivamente un addio annunciato e ormai sospirato da tutti i supporter della “Vecchia Signora”. Finisce in prestito oneroso al Galatasaray per poco piu’ di un milione di Euro, e diritto di riscatto fissato a tredici. Non male per uno che fu acquistato per una cifra doppia appena due anni prima. Neanche le automobili si svalutano cosi’ velocemente!
MUTU (Fiorentina/Cesena)
Passa dalla padella alla brace, e cioè da una Fiorentina ormai “cotta”, disillusa da anni di sogni di gloria rimasti tali, al “piccolo” Cesena chiamato a compiere il miracolo-salvezza dopo l’ottima stagione precedente. Arrivato in pompa magna (ma a parametro zero), sembra il campione che compie la scelta di vita “sposandosi” con la provinciale, la perla di diamante di una squadra che pare avviata per lidi piu’ ambiziosi: le aspettative sono tante, ma vengono subito deluse. L’inizio del campionato e’ a dir poco disastroso: i bianconeri non vincono mai, colgono appena tre pareggi e altrettanti gol fatti, segnalandosi come squadra “materasso”. Il rumeno segna solo una rete inutile alla Lazio, sbaglia un rigore e si fa pure espellere. Dice di volersi prendere la seconda Laurea, e questo gli fa onore, ma non certo in campo. Insomma, un vero disastro. L’appuntamento e’ alla prossima rissa, questa volta sulla “calda” riviera romagnola.
PAPASTATHOPOULOS (Milan)
Al Genoa si erano scocciati di scrivere il suo interminabile cognome sulle maglie, e quando si concretizzo’ il suo passaggio al Milan pensarono bene di tagliare corto mettendogli sulla schiena solo il nome, Sokratis. Cambiando il nome e’ cambiato anche il giocatore, un po’ come avvenne con l’Eriberto divenuto Luciano. Anche se la storia e’ diversa, i risultati sono stati gli stessi: decisamente pessimi. L’ultimo Sokratis Papastathopulos visto in rossoblu (riportiamo il nome completo in maniera tale da evitare di ingenerare dubbi circa la sua identita’) era in netto calo, ma c’era comunque fiducia in lui, viste le buone prestazioni precedenti. Tuttavia, quello rossonero arriva ad essere una brutta copia del difensore visto a Marassi: esordisce nella sconfitta per 2-0 con il neopromosso Cesena, giocando pochissimo nel prosieguo del campionato a causa della sua totale ignoranza tattica che fa mettere le mani nei capelli a tecnico e tifosi.
SANTIAGO SILVA (Fiorentina)
Il nuovo vice-Gila: non che l’Alberto Nazionale sia un fenomeno, ma in fatto di gol almeno se ne intende. La Fiorentina pensava davvero di aver trovato il degno sostituto della sua punta titolare. Ma quando l’attaccante piacentino si infortuna, il “Tanque” non dimostra di esserne all’altezza, sprecando diverse occasioni e costringendo il mister a rinunciare a lui per schierare uno come Jovetic unica punta, il che e’ tutto dire. Il fatto e’ che non segna, e non ci sono scusanti: troppi errori sottoporta e una lentezza nei movimenti davvero eccessiva per uno che pretende di ergersi a goleador.
SOSA Jose' Ernesto (Napoli)
Quasi omonimo del “Pampa” - ben altra cosa - gioca pero’ a centrocampo. Il Napoli lo acquista nientemeno che dal Bayern Monaco. Pare, per permettergli di giocare insieme all’amico Lavezzi. Ma il “Principito” delude, segna una sola rete al Cesena, ha forti problemi di ambientamento ed e’ ben lontano dalle prestazioni del “Pocho”. Lui scalpita, vuole rimanere nonostante una stagione avara di soddisfazioni, ma gli azzurri decidono di disfarsene, con il beneplacito di Mazzarri, poco convinto dal suo talento inespresso. Morale della favola? Un biglietto di sola andata per gli ucraini del Metalist Kharkiv.
TAIWO (Milan)
Era considerato il grande colpo d’estate della dirigenza rossonera. A parole, doveva essere un treno e sistemare definitivamente i problemi lungo la corsia mancina del Milan. Invece ha passato piu’ tempo in compagnia di Allegri che giocando accanto a Thiago Silva. Questo perche’ si e’ dimostrato lentissimo, molto a disagio se puntato, capace di sbagliare molti passaggi, che fatica ad entrare nei meccanismi della squadra. Meglio “nonno” Zambrotta? Una delusione.
VELOSO (Genoa)
Nell’estate 2010 il centrocampista portoghese era stato annunciato come il grande colpo del mercato rossoblu. Protagonista con la Nazionale portoghese, e’ giunto a Genova dallo Sporting Lisbona con un sacco di aspettative, che pero’ sono state confermate solo a sprazzi: si rende protagonista di diverse prestazioni opache e sbaglia anche un rigore contro il Catania, per quello che poteva essere il suo primo gol in Serie A. Finora ha soddisfatto solo le tifose, incantate dal suo aspetto prestante, che pero’ mal si associa alle sue magre performance. Eppure lui si professa un Fenomeno. Da Playstation.

ALBO D’ORO «CALCIOBIDONE»
— Periodo dal 2009 al 2010 —
Anno Vincitore Segnalazione del Pubblico
2009 QUARESMA (Inter)
2010 QUARESMA (Inter) DENIS (Napoli/Udinese)
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