Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.

Nome e Cognome:

Augustine Ahinful


Luogo di Nascita:

Accra (Ghana)


Data di Nascita:

30/11/1974


Ruolo:

Attaccante


Posizione:

Centravanti


Squadra:

Venezia


Voto al Bidone:

8,5


In una parola:

Deprimente



Augustine Ahinful


Grande bomber in Turchia, solo una comparsa a Venezia


30/11/2008

di Cristian Vitali

«Conosco molto bene il vostro campionato, sono convinto di ben figurare, ho battuto l’Italia alle Olimpiadi di Atlanta 3-2»
(Augustine Ahinful, attaccante Venezia, nel giorno del suo arrivo in Italia all’Aeroporto di Venezia)
«Mi ha impressionato quando l’ho affrontato da avversario in amichevole quando era al Grasshopper»
(Gerhard Poschner, centrocampista Venezia)

Augustine Ahinful, ghanese, è riuscito a deliziare (eufemismo) le platee più disparate ma solo al di fuori dai nostri confini nazionali. Di professione attaccante, in Italia, precisamente in riva alla Laguna, si è reso autore di una media realizzativa a dir poco ridicola, a partire dal Gennaio del 1999. Sbarca all'Aeroporto «San Marco» di Venezia voluto dal Presidente Zamparini, assieme al tedesco Gerhard Poschner, proveniente dallo Stoccarda, ma con un passato anche al Borussia Dortmund. Due “rinforzi” che si aggiunsero a quelli del mercato estivo (Tácio, Tuta e Zeigbo), per un’accozzaglia di fiaschi da brivido. Ahinful aveva come biglietto da visita il gol realizzato agli Azzurrini di Cesare Maldini ai Giochi Olimpici del 1996, quando il suo Ghana li sconfisse 3-2, in un match che aveva visto l'attaccante realizzare il rigore del momentaneo 2-2. La buona tecnica e i suoi guizzi offensivi non bastano, però, a garantirgli il posto da titolare e così, dopo il disastroso esordio da titolare contro l’Inter a San Siro, dove i lagunari ne prendono addirittura sei, l’attaccante vede il campo in appena tre occasioni e con risultati assai deprimenti.

«Devo migliorare l’intesa con Maniero»
(Augustine Ahinful, attaccante Venezia)
Dopo un’amichevole disputata in Dicembre, Novellino disse di lui: «Adesso speriamo che i gol Ahinful li faccia anche in campionato». Speranza vana: se il Venezia del tecnico irpino è riuscito a salvarsi dopo un girone d’andata a dir poco deficitario, non lo deve certo a lui, bensì alle magie di Recoba, che arrivò in prestito dall’Inter a Gennaio, e alla vagonata di gol realizzati in coppia con l’ex milanista Pippo Maniero, che riuscirono nell’impresa nonostante tutti i pronostici sfavorevoli. Terminata la stagione da panchinaro ritorna in Portogallo: il Boavista, infatti, ne richiede il prestito per sostituire Kwane Ayew, il fratellino di Abedì Pelè, visto a Lecce con pessimi risultati. Con i lusitani gioca pure la Champions, ma non convince affatto.
«Sono abituato a pensare in positivo, quindi ho accettato con entusiasmo questa sfida. Il mio proposito è di dare una mano al Venezia per salvarsi e so perfettamente che per raggiungere questo obiettivo saranno necessari anche i miei gol»
(Augustine Ahinful, attaccante Venezia)
Viene così rispedito al mittente, ma il Venezia, nel frattempo retrocesso, non sapendo che farsene neppure in Serie B, gli accorda la rescissione consensuale del contratto. Prima di tentare la fortuna alla corte di Zamparini, Ahinful venne in Italia nel 1996 per un provino: «Sono rimasto quasi tre mesi a Verona. Il Chievo voleva tesserarmi, ma con il Borussia non hanno trovato l’accordo». Meno male. In seguito ha giocato (bene) nell’Uniao Leiria, in Portogallo, guadagnandosi l’ingaggio dagli arancioneroverdi. Ma se a Venezia si è abituato a non combinare nulla di buono, la penisola anatolica, vale a dire la Turchia, gli regalerà ben altre soddisfazioni. Qui trova la propria consacrazione e una valanga di gol tra Ankaragucu e Trabzonspor, tanto da arrivare a contendere nel 2002 il titolo di capocannoniere del campionato, alla fine sfumato a causa di un infortunio che lo ha bloccato nelle ultime giornate. Ahinful con il tempo si è ripreso nel campionato turco – in un contesto sicuramente più adatto ai suoi (scarsi) mezzi – dove segna con constante continuità e si guadagna quindi la fama di bomber che non perdona. Nel 2006 torna ad Ankara, dove la vecchia società soprassiede sul suo precedente trasferimento agli odiati rivali del Trabzonspor – la qual cosa divenne addirittura un tormentone estivo – e riaccoglie il figliol prodigo Augustine che ringrazia con l’unica lingua che conosce: quella del gol. Ma per lui la lingua del gol parla turco, e quel che è certo è che non ha mai capito una parola di italiano.
AGGIORNAMENTI — Ritiratosi nel 2008, è successivamente entrato a far parte della Federazione di calcio del Ghana in qualità di membro del Comitato Tecnico.


Stagione Squadra Presenze Reti
1992-93 Ashanti Gold
1993-94 Borussia Dortmund - -
Gen. 94 Grasshoppers 41 2
1994-96 Kriens 62 24
1996-98 Grasshoppers 37 2
1998-99 Uniao Leiria 15 6
Gen. 99 Venezia 3 -
1999-00 Boavista 10 1
2000-01 Venezia (B) - -
Nov. 00 Ankaragucu 80 42
2003-05 Trabzonspor 27 1
2005-08 Ankaragucu 23 2
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