Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.

Nome e Cognome:

Winstone Bogarde


Luogo di Nascita:

Rotterdam (Olanda)


Data di Nascita:

22/10/1970


Ruolo:

Difensore


Posizione:

Centrale Destro


Squadre:

Milan

Voto al Bidone:

9


In una parola:

Arricchito



Winstone Bogarde


Ecco un vero e proprio paracarro dalla fortuna sfacciata


18/08/2008

di Cristian Vitali

«Scommetto soprattutto su Kluivert. Ma penso che anche Ba e Bogarde possano dare molto»
(Fabio Capello, allenatore Milan)
«Sono venuto qui per giocare sempre e vincere tutto»
(Winstone Bogarde, difensore Milan)

Memori dei fasti dei tempi, non troppo lontani, del trio Rijkaard-Gullit-Van Basten e convinti dalle buone prove dell’Ajax (che nella stagione precedente aveva battuto proprio i rossoneri in finale di Coppa dei Campioni), il dirigente meneghino Adriano Galliani pescò nuovamente in Olanda, credendo di concludere ottimi affari. A Milano arrivò un altro trio di olandesi, ma di tutt’altra pasta: si riveleranno ben presto, infatti, un tris di “pipponi”. Tra questi primeggia un certo Winston Bogarde, massiccio difensore centrale con cui il Milan pensava di rinforzare alla grande la difesa, assieme al terzino Reiziger. Tali buoni propositi non si sono mai tramutati in realtà, poiché il buon Winston, preso a parametro zero, si dimostrò da subito una sorta di paracarro: un energumeno di un metro e novanta, lento e senza una grande cognizione calcistica.

«Bogarde e Reiziger credo siano stati ingaggiati solo per far piacere ai loro amici»
(Marcel Desailly, centrocampista Chelsea)
Eppure su di lui erano riposte molte aspettative ben precise, visto il suo generoso curriculum con i “lancieri”: due Scudetti, una Supercoppa d’Olanda, una Coppa dei Campioni, una Supercoppa europea e una Coppa Intercontinentale. Con la Nazionale olandese, poi, totalizzò 20 presenze dal 1995 al 1998. E invece al Milan ha lasciato il segno solo per il “bellissimo” retropassaggio di Udine, con il quale consegnò la palla sui piedi dell’incredulo centravanti Bierhoff (allora in bianconero), che realizzò così il gol della vittoria per l’Udinese (2-1). Scontata la cessione, che avvenne il prima possibile: il 2 Dicembre 1997 la dirigenza rossonera darà in tutta fretta l’annuncio ufficiale del suo passaggio al Barcellona: a volerlo in blaugrana è il suo vecchio maestro Van Gaal, nel frattempo emigrato in Spagna. Il suo magro bilancio in rossonero si racchiude nelle tre misere presenze in campionato (contro Lazio, Udinese e Lecce) e nella gara in Coppa Italia contro la Sampdoria, l’unica della sua esperienza italiana in cui gioca da titolare. Anche all’estero, nonostante la sua militanza in club di assoluto valore, continuerà a non convincere, tant’è che vivrà da turista (assai strapagato), visto che vedrà il campo in appena 23 occasioni in ben 8 intere stagioni!
Nel 2000 passa al Chelsea, per quello che in breve tempo sarà ricordato come “il peggior affare del Chelsea nell’era moderna”
. Morale della favola, la musica non cambia: Bogarde, infatti, anche a Londra dimostra di essere l’anello debole della difesa e viene spesso e volentieri relegato in panchina o addirittura in tribuna. In quattro anni di militanza nei blues guadagna l’equivalente di 12 milioni di Euro, giocando appena 11 partite. Il che equivale a circa 1 milione a gara! Anche per questo non era ben visto dai compagni di squadra, soprattutto in seguito ad una sua infelice dichiarazione: «Potrei giocare titolare da qualsiasi altra parte – disse con eccessiva superbia – ma perché dovrei? Qui mi pagano, e bene anche!». Quando arriva Abramovich, che rileva il club di Ken Bates, l’olandese viene relegato ancor di più ai margini della squadra, tanto che il magnate russo decide di non assegnargli neanche il numero di maglia. Alla scadenza del contratto, avvenuto nell’estate del 2004, viene quindi mandato via a calci in culo da Londra e da allora non riesce più a trovare un ingaggio. Ottiene di allenarsi con l’Ajax – che ad ingaggiarlo non ci pensa neanche lontanamente – finché un bel giorno, l’8 Novembre 2005, dopo oltre un anno di inattività decide saggiamente di annunciare il suo ritiro dall’attività agonistica, all’età di 35 anni. E’ stato un giocatore dalla fortuna sfacciata, visto che è riuscito a militare in grandissime squadre senza fare niente di particolare, che però è vissuto di rendita grazie ai buoni risultati ottenuti ad inizio carriera con l’Ajax. In seguito ha pubblicato la sua biografia, di cui ne riportiamo un passo: «Da giovane ero un delinquente, se non ci fosse stato il calcio avrei fatto una brutta fine. I miei modi di fare erano quelli di un troglodita». Giusto. E così visse anche da calciatore.
AGGIORNAMENTI — Al termine della sua carriera la rivista olandese “Voetbal International” lo ha eletto “Fannullone del 2004”. Intanto ha pubblicato, con la collaborazione di Marcel Rozer, una sua autobiografia dal titolo “Deze neger buigt voor niemand” (“Questo negro non si piega davanti a nessuno”), nel corso della quale non ha risparmiato pesanti accuse al mondo del calcio, colpevole di ipocrisia e soprattutto di razzismo. Dopo essere diventato partner della “Global Music Entertainment”, una compagnia che organizza concerti rock in Olanda, ed aver partecipato ad un progetto per lo sviluppo del calcio giovanile nel Suriname, ha intrapreso la carriera di allenatore. Dopo un’esperienza nel Novembre del 2007 con il VVV Venlo, dove ha seguito il settore giovanile, ha sostenuto l'esame per conseguire il patentino, senza però riuscire a superarlo (a differenza di Bergkamp e Cocu, suoi compagni di corso). Ha quindi pensato bene di rifarlo in Irlanda del Nord.


«Per la sua stazza fisica, ha solo bisogno di lavorare più degli altri per entrare in forma»
(Fabio Capello, allenatore Milan | «La Repubblica», 10/08/1997)

«Kluivert e Bogarde non hanno mai capito la filosofia del Milan; non hanno mai cercato di integrarsi. Si sono comportati come dei nuovi ricchi, fieri di aver raggiunto finalmente denaro e fama»
(Marcel Desailly, centrocampista Chelsea)

«A Milano non mi sono mai sentito a casa, troppa nebbia, una citta’ fredda. Mi piacevano solo la cucina e la moda»
(Winstone Bogarde)

«Da ragazzo ero un delinquente, se non ci fosse stato il calcio sarei diventato un criminale. I miei modi di fare erano quelli di un troglodita»
(Winstone Bogarde)

Stagione Squadra Presenze Reti
1988-90 SVV 11 1
1990-91 Excelsior Rotterdam 10 1
1991-94 Sparta Rotterdam 65 14
1994-97 Ajax 59 6
1997-98 Milan 3 -
Gen. 98 Barcellona 9 -
2000-05 Chelsea 11 -
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