Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.

Nome e Cognome:

Josè Luis Calderon


Luogo di Nascita:

La Plata (Argentina)


Data di Nascita:

24/10/1970


Ruolo:

Attaccante


Posizione:

Centravanti


Squadre:

Napoli

Voto al Bidone:

9


In una parola:

Pacco



Josè Luis Calderon


Il “pacco” rifilato da Passarella e costato sette miliardi


12/03/2006

di Cristian Vitali

«Calderon ha dalla sua un fattore importante: è efficace, concreto. E ciò non significa che sa solamente fare gol, ma che ha anche presenza nell’area e capacità di creare spazio per i compagni. Inoltre è generoso nello sforzo offensivo e anche nelle manovre di copertura. Attaccanti mancini bravi come lui ce ne sono pochi in giro»
(Luis Cesar Menotti, allenatore Independiente)
«E’ un acquisto dal quale ci aspettiamo molto. Calderon è finora il nostro più importante investimento»
(Luigi Pavarese, Direttore Sportivo Napoli)
«Per me il Napoli è una grande opportunità»
(Josè Luis Calderon, attaccante Napoli)

La storia ci insegna che Napoli è la città del “pacco”, come narrano le antiche tradizioni partenopee e recentemente anche un film degli anni novanta (appunto) dal titolo: «Pacco, Doppio Pacco e Contropaccotto». Ma in molti casi, come questo, la storia si ribalta, ed è stato il capoluogo campano che, calcisticamente parlando, ha dovuto incassare la beffa. Ma andiamo con ordine. E’ indispensabile tornare indietro nel tempo: in Argentina si seppe di un mite interessamento del Napoli al centravanti Josè Luis Calderon. Subito nell’estate successiva Daniel Passerella, l’allora trainer della Nazionale argentina, convocò il giocatore per la Coppa America: sembrava già una grazia. E invece giocò addirittura diverse partite da titolare. I risultati, ovviamente, furono sconfortanti, ma la puzza di bruciato, che si sentiva fino alle falde del Vesuvio, non insospettì il Patron del Napoli Ferlaino che non si fece sfuggire l’occasione e per “soli” 7 miliardi di Lire si aggiudicò “El Caldera” (come era soprannominato in Patria). Peraltro, senza dover battere la concorrenza di nessuno, visto che quella napoletana fu l’unica offerta presentata.

«Io quest’anno in Argentina ho fatto trentuno reti. Angelillo qui ne fece trentatrè? Si ha sempre il dovere di inseguire i record. Ma a me trenta basterebbero»
(Josè Luis Calderon, attaccante Napoli)
«Sono qui per vincere tutto quanto è possibile»
(Josè Luis Calderon, attaccante Napoli)
La sua prima dichiarazione arrivato a Napoli fu assai bellicosa e parecchio spavalda, visto che recitava più o meno così: «Sono venuto a Napoli per fare gol: ne farò più di Angelillo» (che, per la cronaca, ne realizzò 33 in una sola stagione!). La sparò davvero grossa: si trattava di un record difficilmente uguagliabile. E nel suo caso, si trattò veramente di qualcosa che stava agli antipodi, come la Groenlandia con il Sudafrica: a conti fatti, totalizzò uno zero tondo tondo nella classifica marcatori, con la miseria di appena 6 presenze in campionato. Veramente un’inezia in confronto ad un mostro sacro della maglia azzurra. A Gennaio, dopo moltissime incomprensioni, generate anche da un’annata decisamente storta del ciuccio, viene mandato via dalla disperazione. Ripartì in fretta e in furia, dimenticato da tutti, dall’Aeroporto di Fiumicino il 29 ritornando, per 4,5 Miliardi di Lire, al mittente (che in 6 mesi ci guadagnò sopra 2,5 Miliardi per poi riaverlo indietro). Un vero affare, difficilmente ripetibile. I dirigenti della Società argentina misero a segno una discreta plusvalenza, quando ancora non se ne parlava in maniera diffusa, in pochissimi mesi, peraltro ritrovandosi lo stesso giocatore ben confezionato dal Napoli, che fu felice di disfarsi, anche se perdendoci qualcosa, del “pacco”.
«Sono contento, perchèil gol mi porta sempre tranquillità. So bene che le prodezze estive servono a poco. Ma io mi prenoto anche per il campionato»
(Josè Luis Calderon, attaccante Napoli, dopo il gol segnato al Leffe in precampionato)
«La panchina? Non mi spaventa. Sono troppo sicuro di me»
(Josè Luis Calderon, attaccante Napoli)
In questi pochi mesi si incrinò praticamente subito il rapporto con gli allenatori che si sono alternati sulla panchina azzurra, che non lo vedevano di buon occhio. La stagione fu infatti disastrosa, per il Napoli, si pensi che già a Novembre si erano avvicendati tre tecnici: Mutti, Mazzone e Galeone (che poià sarà a suo valta esonerato a Febbraio per essere sostituito da Vincenzo Montefusco). Nessuno di questi era riuscito a trarre sensazioni positive dall’argentino. Ne parlò ampiamente la «Gazzetta dello Sport» che, in un’articolo a firma di Mimmo Malfitano, ne raccolse le sue parole di addio, colme di rancore e di delusione: «Voglio spiegare ai napoletani che non sono un bluff. Con Mutti e Mazzone ho avuto pochissime probabilità di giocare, quasi nulle, ma con Galeone il discorso non si è mai aperto. Con lui ho discusso soltanto il 12 Dicembre scorso, quando gli chiesi che intenzioni avesse. Mi rispose che non rientravo nei suoi piani». Ce l’ha con l’allenatore. «Avrei voluto che mi si rispettasse prima come uomo, poi come calciatore. Invece, sono stato trattato come un ragazzino. Sabato scorso, Galeone mi comunicò che sarei stato convocato per Bari. Però andrai in panchina, mi disse, e non entrerai. Mi ha portato per fare numero. Gli ho ricordato che era stato lui a dirmi che non gli servivo. E allora, contro la Lazio faccia giocare il ragazzino, Bruno, così come ha fatto col Brescia». E’ deluso, l’argentino. «Non mi è stata data la possibilità di dimostrare le mie capacità. Anche Balbo, Crespo, Batistuta hanno avuto bisogno di 6-7 mesi di tempo per ambientrasi. Persino uno come Maradona ebbe problemi nel primo anno di Napoli. Io sono stato bocciato subito, senza prova d’appello. Il momento più brutto? Alla vigilia della trasferta di Genova, contro la Samp, quando mi fu comunicata l’esclusione dalla rosa dei titolari. Rimanemmo in tre, a Soccavo, ad allenarci: con me c'erano anche Prunier e Conte. Mi sentii crollare il mondo addosso». L’attaccante ricorda anche una delle poche opportunità che ha avuto di giocare. «A Bologna, dove giocai tutta la partita, al posto di Protti, infortunato. Quando a pochi minuti dalla fine l’arbitro ci fischiò il rigore a favore, ero pronto a batterlo, ma dalla panchina Mazzone indicò Bellucci. Ci rimasi male, per me quella era un’opportunità per sbloccarmi. Qui mi hanno distrutto mentalmente. Non vedo l’ora di andarmene. E’ difficile trovare qualcosa di positivo in questa mia parentesi napoletana. Forse il rapporto coi compagni. Spero che siano stati sinceri». Insomma, un fiume in piena, carico di voglia di mettersi alle spalle un’esperienza decisamente negativa, sotto tutti i punti di vista. Ha poi proseguito la sua carriera in Argentina, a parte un paio di esperienze in Messico (Amèrica ed Atlas). Del suo inglorioso periodo sul golfo napoletano resta solo una traccia: una rete segnata al Leffe in precampionato. Anche troppo per uno come lui, che è entrato di diritto nella storia dei “Bidoni” calcistici partenopei.
AGGIORNAMENTI — Ritiratosi nel Novembre 2009, rinunciando a giocare il Mondiale per Club con l’Estudiantes, torna a giocare con l’Argentinos nel Gennaio 2010 per poi chiudere definitivamente la carriera nel club con il quale aveva iniziato a giocare, il Defensores De Camabaceres, giocando una sola gara l’8 Agosto 2010 e realizzando anche l’ultima rete in carriera su calcio di rigore.


«Credo che grossi problemi non dovrebbe averne qui, in Italia. Tutti gli altri argentini che hanno giocato o giocano nel nostro campionato non hanno mai avuto difficoltà d'ambientamento. Calderon non dovrebbe essere l’eccezione, anche perchè ha caratteristiche tecniche e morali che dovrebbero facilitargli l’inserimento»
(Igor Protti, attaccante Napoli)

«Calderon mi ha impressionato molto. Si vede che ha delle buone doti. Dal punto di vista tecnico credo che sia al nostro stesso livello, se non superiore. Uno che è riuscito a giocare al posto di Balbo o Batistuta nella nazionale argentina dovrà essere per forza di cose un attaccante di grande valore»
(Claudio Bellucci, attaccante Napoli)

«Ha un buon sinistro, è veloce nei movimenti, si vede che tocca bene la palla»
(Bortolo Mutti, allenatore Napoli)

«Non lo cediamo, c’è la fiducia della società. Crediamo in lui. E glielo abbiamo detto»
(Luigi Pavarese, Direttore Sportivo Napoli)

«Bisogna capirlo, non è abituato a questo tipo di preparazione»
(Igor Protti, attaccante Napoli)

Stagione Squadra Presenze Reti
1989-91 Defensores De Cambaceres
1991-94 Estudiantes 100 39
1994-97 Independiente 59 36
1997-98 Napoli 6 -
Gen. 98 Independiente 64 29
2000-01 América 40 8
2001-03 Atlas 69 28
2003-04 Independiente 7 -
2004-05 Arsenal De Sarandì 49 20
2005-07 Estudiantes 64 26
2007-08 Arsenal De Sarandì 15 3
2008-09 Estudiantes 34 5
2009-10 Inattivo
Gen. 10 Argentinos Juniors 18 3
2010-11 Defensores De Cambaceres 1 1
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