Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.

Nome e Cognome:

Veldin Karic


Luogo di Nascita:

Slavonski Brod (Croazia)


Data di Nascita:

16/11/1973


Ruolo:

Attaccante


Posizione:

Centravanti


Squadra:

Torino

Voto al Bidone:

8,5


In una parola:

Inutile



Veldin Karic


La frettolosa risposta alla “grande fuga” di Hakan Sukur


06/10/2008

di Cristian Vitali

«E’ più potente ma ha meno senso tattico di Fontolan. Il croato ha qualità tecniche interessantissime, con enormi margini di miglioramento e, utilizzato in uno schema fondato sul 4-4-2, può diventare un grande esterno sulla fascia sinistra. E’ facile pronosticargli, a tempi brevi, una promozione nella sua Nazionale maggiore, magari già ai prossimi Europei inglesi»
(Franco Scoglio, allenatore Torino)
«Nel Toro l’intesa con Pelè e Rizzitelli non è un problema. E con Dionigi non c’è rivalità»
(Veldin Karic, attaccante Torino)

Veldin Karic sbucò dal nulla per rimpiazzare nientemeno che il turco Hakan Sukur, scappato prematuramente dall’ombra della Mole Antonelliana. In effetti: poco movimento e utilità irrisoria per la manovra per la sua squadra facevano di lui un ottimo erede del turco. Non a caso, il suo fu un acquisto low-cost: poco più di 100 milioni al Marsonia e appena 50 di ingaggio per l’attaccante, che però, venendo dalla guerra, quella che ha ha dilaniato l'ex Jugoslavia, per lui suonavano come miliardi. E se chiunque avrebbe sdegnosamente rifiutato la “splendida” Golf vecchia di dieci anni che la società gli mise a disposizione per la propria mobilità, Karic credeva di viaggiare con una Cadillac nuova fiammante: bastava poco per un giovanotto che aveva passato molte sofferenze, tra cui il famigerato campo profughi che aveva duramente segnato il suo volto. Di origine bosniaca, questo musulmano dai capelli lunghi fu acquistato durante il mercato di riparazione e quindi presentato il 1 Novembre 1995 (quasi in concomitanza con la commemorazione dei defunti, che allegria). In quella tribolata stagione – che si concluse con la retrocessione in Serie B – giocò appena 5 gare segnando un solo gol in un Bari-Torino terminato 2-2, dimostrandosi anch’esso, come il suo (illustre?) predecessore, inadatto ai ritmi del calcio italiano.

«Il giovanotto si sta confermando da solo, l’importante è che continui così. Un palo con la Juve, tre volte a un soffio dal gol con il pallone respinto sulla linea, sinora il croato era jellato, finalmente la ruota della fortuna ha cominciato a girare a suo favore»
(Gianmarco Calleri, Presidente Torino, dopo il gol segnato da Karic in Bari-Torino 2-2)
«E’ un ragazzo d’oro, un combattente, non ha paura di nulla, prende botte e non protesta. Ne prende anche per me, grazie a lui me ne risparmio almeno il 30 per cento ogni domenica. Ora che s’è sbloccato chissà che non diventi un bomber come Vlaovic»
(Ruggiero Rizzitelli, attaccante Torino, dopo il gol segnato da Karic in Bari-Torino 2-2)
Una curiosità: giocò le stesse partite e segnò una sola rete, e proprio contro i “galletti”, esattamente come Hakan. Se il loro rendimento in granata fu quasi perfettamente identico, diversa fu l’esecuzione: rete di testa per il turco, rasoterra sinistro per il croato. Con il Bari vittima sbeffeggiata. Dopo la retrocessione, ancora sotto contratto, venne spedito nella vicina Svizzera, al modesto Lugano. L’estate seguente, quella del 1997, fu nuovamente impacchettato e mandato allo Stoccarda, in Germania. Nell’Agosto del 1998, ritornato dall’ennesimo prestito, fu nuovamente girato all’estero, al Varteks, nella Serie A croata. Giocò anche tre gare con la Nazionale della Croazia, ma nel 2003 fu multato e sospeso dal Varteks dopo che si rifiutò di giocare una partita di Coppa. Aveva forse preso coscienza della sua carenza di mezzi tecnici? Del resto, non è che provenisse da squadre blasonate: il suo manager, Naie Naletilic, definì il Marsonia di Slavonsky Brad, “una specie di Cremonese”. Con il Torino in Serie B, la sua presenza era divenuta ingombrante: la sua cessione definitiva liberò un posto per un extracomunitario, che però venne occupata da un’altra mezza figura, l’uruguayano Gaglianone. Per i granata è stato come passare dalla padella alla brace.


«Assomiglia un pò a Boksic, ha qualità notevoli e tocca a me saperle esaltare. Lui deve metterci attenzione e partecipazione e, soprattutto, capire che non è un esule nè un corpo estraneo»
(Franco Scoglio, allenatore Torino)

«Sul campo afferra al volo quello che gli chiedo»
(Franco Scoglio, allenatore Torino)

«Finalmente le porte italiane hanno finito d’essere stregate per me»
(Veldin Karic, attaccante Torino, dopo il gol segnato in Bari-Torino 2-2)

«Vorrei convincere il Toro ad acquistarmi e rinnovare il contratto»
(Veldin Karic, attaccante Torino)

Stagione Squadra Presenze Reti
1991-92 Zeljieznicar 22 -
1992-93 Vojvodina 12 2
1993-94 Marsonia (B)
1994-95 Marsonia 37 15
Nov. 95 Torino 5 1
1996-97 FC Lugano 16 5
1997-98 Struttgard
1998-04 Varteks 126 49
2004-05 Dinamo Zagabria 12 4
2005-07 Inter Zapresic 16 6
2007-08 Marsonia 7 2
Gen. 08 Oriolik Oriovac
2008-09 Novalja 7 1
2009-10 Samobor
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