Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.

Nome e Cognome:

Ciriaco Sforza


Luogo di Nascita:

Wohlen (Svizzera)


Data di Nascita:

02/03/1970


Ruolo:

Centrocampista


Posizione:

Regista


Squadra:

Inter

Voto al Bidone:

7,5


In una parola:



Ciriaco Sforza


Sarà ricordato solo per una misera citazione al cinema


06/10/2008

di Cristian Vitali

«Sono contento dell’arrivo di Sforza. E’ un uomo e un giocatore di classe. Era l’elemento che mancava al centrocampo dell’Inter. Anche in questo reparto finalmente c’è concorrenza, come in difesa e in attacco. La concorrenza fa bene. Sono sicuro che Sforza non toglierà spazio a nessuno»
(Roy Hodgson, allenatore Inter)
«E’ sempre stato un giocatore che ci interessava. Abbiamo tanti stranieri, ma per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati ci vuole un organico forte. Per questo Sforza è qui»
(Giacinto Facchetti, Direttore Generale Inter)

Il padre, un imbianchino della Provincia di Avellino, in tempi non sospetti emigrò nella Svizzera tedesca in cerca di fortuna. Ed è lì che nacque Ciriaco, che iniziò la carriera da professionista con l’Aarau, per poi passare nel 1990 al più blasonato club del Grasshoppers da perfetto «enfant prodige», poiché debuttò appena sedicenne nella massima serie elvetica, diventando il più giovane professionista: un record, insomma, che divenne per lui il trampolino di lancio verso la Germania. Le sue buone prestazioni gli valsero infatti nel 1993 la chiamata del Kaiserslautern, che sborsò 2 miliardi di Lire per ingaggiarlo. In quello stesso anno, infatti, è stato nominato “Giocatore svizzero dell’anno”. Dopo due stagioni, nel 1995 passa al prestigioso Bayern Monaco. Ma L’Italia è sempre stata nel suo cuore, e in lui c’è sempre stato il desiderio di giocare nel paese a cui deve le sue origini: un sogno sfiorato nel 1991, quando Ferlaino con il suo Napoli arrivò ad un soffio dal prenderlo. Ma l’occasione si ripresentò un lustro più tardi: nell’Agosto del 1996 Moratti, Presidente dell’Inter, accontenta l’allenatore svizzero Roy Hodgson, che vuole a tutti i costi il centrocampista dal sorriso da papero e le gambe storte in nerazzurro. Il Presidente dapprima nicchia di fronte alle esose rischieste dei crucchi (17 miliardi di Lire), ma poi capitola di fronte alle persistenti insistenze del mister inglese e soprattutto all’inspiegabile sconto che i dirigenti del Bayern sono disposti a fare all’Inter pur di lasciarlo andare: solamente 5 Miliardi per il costo del suo cartellino. Ergo, in men che non si dica viene firmato con l’elvetico un contratto di 3 anni da 600 Milioni a stagione.

«Se io gioco lì in mezzo posso provare a prendere per mano la squadra. E’ nella mia natura, è il mio modo di giocare, è quello che ho sempre fatto»
(Ciriaco Sforza, centrocampista Inter)
Ventisei anni, svizzero ma con doppio passaporto, e quindi tesserabile come comunitario, è da sempre stato un pupillo del tecnico inglese, che lo ha allenato anche nella Nazionale elvetica. Il suo compito designato doveva essere quello di mettere ordine al centrocampo dell’Inter: farà invece ancor più confusione. Segnò all’esordio mettendo il sigillo alla vittoria contro l’Udinese, e con un impatto così tutti pensavano che per l’Inter era fatta. E invece quello resterà l’unico squillo di una stagione finita presto nel dimenticatoio, con una Coppa Uefa buttata alle ortiche. Lento e statico, non aveva neanche molto senso della posizione: il piccolo regista, nonostante l’origine italiana, non riuscì infatti ad adattarsi ai ritmi della nostra Serie A. La sua avventura in nerazzurro fu segnata da un acceso dualismo con l’inglese Paul Ince: problemi di incompatibilità, si pestavano i piedi poiché giocavano nello stesso ruolo, regista centrale. Hodgson, ovviamente, preferì Sforza e dirottò Ince esterno, posizione che l’inglese odiava, tant’è che finiva regolarmente per sconfinare al centro, scontrandosi con Sforza e lasciando pericolosamente sguarnita la fascia. I due spesso litigavano in campo, mandandosi platealmente a quel paese offrendo, così, uno spettacolo indecoroso. Ciriaco rimase a Milano solo un anno: giocò 26 partite con 1 gol in campionato (nella gara d’esordio, vinta a Udine), 11 gare e 3 reti in Coppa Uefa, e 3 presenze in Coppa Italia. La sua ultima gara in nerazzurro coincide con la funesta finale di Uefa persa ai rigori il 21 Maggio 1997 contro lo Shalke 04.
«Il vero Sforza si vedrà l’anno prossimo, quando sarò in condizioni fisiche perfette. Ammesso, naturalmente, che l’Inter mi tenga»
(Ciriaco Sforza, centrocampista Inter)
Torna quindi al Kaiserslautern, il club che ha maggiormente contrassegnato la sua attività, dove vi gioca fino al termine della carriera, inframmezzata da due stagioni come “cavallo di ritorno” al Bayern. Con la Nazionale della Svizzera ha raccolto 79 gettoni e 7 reti, dal 1991 al 2001. Nella sua ultima stagione da giocatore disputa solo 7 gare, poiché litiga con l’allenatore del Kaiserslautern Michael Henke; pertanto, il 18 Ottobre 2005 rescinde il contratto, con 8 mesi di anticipo dalla scadenza, e resta inattivo fino al termine della stagione, quando annuncia il suo ritiro ufficiale per diventare immediatamente allenatore, chiamato dalla dirigenza del Lucerna. E’ rimasto nella memoria dei tifosi nerazzurri più che altro per essere stato citato nel film del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo “Tre uomini e una gamba”. La scena: i tre si trovano in Ospedale a causa di un improvviso malore di Giacomo, che viene ricoverato. Ad un certo punto esce dalla stanza per andare in bagno, e indossa una maglia da gioco dell’Inter – per l’occasione usata come pigiama e prestatagli da Aldo – che riporta proprio il nome di Sforza. Giovanni: «Ma dai, pure tu, ma si può andare a dormire con la maglietta di Sforza?». E Aldo: «Eh, quella di Ronaldo era finita». Memorabile. Sarà ancora ricordato a lungo più per questa sua citazione nel film che per quello che fece vedere in quel di “San Siro”.


«Sono un regista e, come caratteristiche, mi avvicino di più a Lothar Matthaeus che a Roberto Baggio»
(Ciriaco Sforza, centrocampista Kaiserslautern)

«Non mi ha voluto Hodgson ma l’Inter: il posto dovrò sudarmelo»
(Ciriaco Sforza, centrocampista Inter)

«Sono convintissimo di poter tornare utile a Simoni. Le soluzioni tattiche a disposizione del tecnico sono numerose. Fra queste, ne sono sicuro, ci sarà anche quella che prevede l’utilizzazione di un regista classico. E’ un ruolo intramontabile. E per fortuna è il mio ruolo»
(Ciriaco Sforza, centrocampista Inter)

Stagione Squadra Presenze Reti
1989-90 Aarau 22 3
1990-93 Grasshoppers 75 7
1993-95 Kaiserslautern 61 15
1995-96 Bayern Monaco 30 2
1996-97 Inter 26 1
1997-00 Kaiserslautern 91 4
2000-02 Bayern Monaco 35 1
2002-06 Kaiserslautern 47 1
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