Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.

Nome e Cognome:

Ivan Tomic


Luogo di Nascita:

Belgrado (Serbia)


Data di Nascita:

14/03/198205/01/1976


Ruolo:

Centrocampista


Posizione:

Regista


Squadra:

Roma

Voto al Bidone:

8,5


In una parola:

Controfigura



Ivan Tomic


La risposta giallorossa al roboante acquisto laziale di Stankovic


30/10/2008

di Cristian Vitali

«A’ Tomic sei più lento de’n cespuglio»
(1998/99)

Urlo disperato di un tifoso romanista rivolto al giocatore slavo Ivan Tomic, che in giallorosso non fece certo della velocità una delle sue doti migliori.
«Ho preferito la Roma al Manchester, al Barcellona e all’Olympique Marsiglia, che mi avevano richiesto, perché sognavo un’esperienza nel calcio italiano e perché il gioco di Zeman è ideale per le mie caratteristiche»
(Ivan Tomic, centrocampista Roma | «La Repubblica», 05/04/1998)

Nell’estate del 1998 la Roma aveva adocchiato il giovane Dejan Stankovic della Stella Rossa di Belgrado – considerato un campioncino sul punto di sbocciare – ma che era seguito assiduamente anche dai rivali della Lazio che, alla fine, riuscirono a spuntarla soffiando letteralmente l’ambito giocatore ai giallorossi quando sembrava veramente che l'affare fosse invece andato in porto. In seguito allo smacco subito, Sensi cercò immediatamente l’estate seguente una risposta al “colpo” dei biancocelesti, e per l’occasione si rivolse ai rivali cittadini del Partizan di Belgrado. Ecco spiegato l’ingaggio di Ivan Tomic, che aveva vinto 3 campionati e 2 Coppe di Jugoslavia, considerato come un talento dal grande senso geometrico, notevole solidità atletica ed eccellente tiro. Le stesse qualità riconosciute anche a Stankovic, con la differenza che tutte queste virtù – a differenza del biancoceleste – Tomic non le aveva. O quantomeno non riuscì affatto a dimostrare di possederle.

«Ivan è un centrocampista laterale, che calcia preferibilmente di destro ma non disdegna il sinistro. Nel modulo di Zeman potrà collocarsi ai fianchi di Di Biagio, nei ruoli che ora sono ricoperti da Tommasi e Di Francesco. Negli ultimi due anni è stato campione jugoslavo con il Partizan; la scorsa stagione ha segnato dieci gol, in quella attuale è a quota cinque»
(Wladimir Pavkovic, Procuratore di Ivan Tomic | «La Repubblica», 05/04/1998)
«Questi ragazzi mi fanno venire in mente due grandi campioni del calcio italiano: Stankovic ricorda Antognoni, Tomic invece somiglia parecchio a Tardelli»
(Wladimir Pavkovic, Procuratore di Ivan Tomic | «La Repubblica», 05/04/1998)
Acquistato nell’Aprile del 1998 per la bellezza di 18 miliardi di Lire e 5 anni di contratto, quando si presentò la prima cosa che disse era che voleva dimostrare a tutti i malpensanti che la Roma non aveva preso uno scarto sul mercato serbo, uno Stankovic di Serie B, un cerotto alla buona per curare la ferita infertale dal ribaltone che portò il reclamizzato centrocampista della Stella Rossa sulla sponda laziale. Non ci riuscì. Giocò poco, pochissimo, e molto male. Divenne in breve tempo un oggetto misterioso. Comunque, tra quell’anno e quello successivo, in 5 occasioni vestì la maglia della Nazionale della Jugoslavia. Rimase nella Capitale anche la stagione seguente, ma dopo solo uno scampolo di partita (ben 16 minuti) andò in prestito all’Alavès. E in Spagna giocò un pochino meglio, arrivando anche a disputare la finale di Coppa Uefa contro il Liverpool. E il caso volle che proprio quell’anno la Roma vinse lo Scudetto, proprio quando lui era altrove. Ma la sua reputazione, perlomeno ad alti livelli, era ormai compromessa: nel 2001 fu bocciato dal Torino, quando la presunta operazione legata al suo acquisto stava assumendo le dimensioni di un piccolo «giallo» al punto che il Direttore Generale granata Sandro Mazzola, appena rientrato dalle vacanze, aveva subito affermato di non essere nemmeno a conoscenza della trattativa. Non solo: assoluta indifferenza è stata manifestata anche da parte di Camolese, il quale desidera lavorare sull’inserimento di Vergassola e sul recupero di Scarchilli piuttosto che pensare a un eventuale centrocampista in più. Quando ritornò in giallorosso, la Roma se lo tenne solo perché era obbligata ad onorare il contratto, in scadenza nel 2003. E dopo due tormentate stagioni – durante le quali raccolse appena 5 presenze – fu ceduto definitivamente al Rayo Vallecano. Appena 5 gare anche lì, che lo convinsero a far le valige per il mesto ritorno a casa, al Partizan, dove ha chiuso la carriera nel 2007, ad appena 31 anni.
AGGIORNAMENTI — Nello stesso anno del ritiro è passato dal campo alla scrivania del Partizan Belgrado, ricoprendo la carica di Direttore Sportivo.


«Non credo che Tomic potesse rientrare nei nostri programmi immediati, anche perché nell’Alaves veniva addirittura impiegato come seconda punta. Gli investimenti e gli acquisti vanno bene, ma devono essere di qualità superiore a quella già esistente»
(Giancarlo Camolese, allenatore Torino | «La Stampa», 21/08/2001)

«Tomic non arriverà. La decisione è giunta al termine di un vertice telefonico triangolare fra me, Cimminelli e Camolese. L’allenatore ci ha detto che Tomic, secondo lui, è più una seconda punta, ruolo ricoperto durante la sua esperienza all’Alaves. In principio era un centrocampista puro, poi la sua evoluzione tecnica lo ha portato a giocare in posizione più avanzata»
(Attilio Romero, Presidente Torino | «La Repubblica», 21/08/2001)

Stagione Squadra Presenze Reti
1992-93 Radnicki
1993-98 Partizan Belgrado 81 24
1998-99 Roma 9 -
1999-00 Roma 1 -
2000-01 Alavès 29 2
2001-02 Roma 2 -
2002-03 Roma 3 -
Gen. 03 Alavès 9 1
2003-04 Rayo Vallecano (B) 5 -
2004-07 Partizan Belgrado 51 4
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