Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.

Nome e Cognome:

Lars Larsson


Luogo di Nascita:

Trelleborg (Svezia)


Data di Nascita:

16/03/1962


Ruolo:

Attaccante


Posizione:

Centravanti


Squadra:

Atalanta


Lars Larsson


Arrivato con Stromberg, se ne andò in bianco ma trovò moglie


14/01/2020

di Cristian Vitali

«Il ragazzo arrivò da noi con un ginocchio già ingessato, fece solo delle apparizioni. Ma parliamo, senza retorica, di una persona straordinaria che seppe subito ambientarsi. Fu un peccato non poterlo vedere all’opera ma riuscì a vincere la sua sfida sotto il profilo dell’aspetto umano»
(Nedo Sonetti, ex allenatore Atalanta)
«Era un attaccante fantastico. Poteva restare invisibile per ottantacinque minuti e poi segnare gol dal nulla»
(Leif Engqvist, ex centrocampista Malmoe e Trelleborg | «Sydsvenskan.se», 08/03/2015)

Nel 1984 il campionato di calcio accoglie il ritorno in Serie A dell’Atalanta dopo un’assenza protrattasi per ben cinque stagioni. Fu un torneo che si svolse senza grossi sussulti, con la squadra orobica che ottenne una salvezza tranquilla, complice il gran numero di pareggi ottenuti (ben 18 su 30 partite complessive). Di quella stagione restano però negli annali sia il record di abbonati (17.740 tessere) che quello di spettatori in una partita (oltre 43.000 nella gara contro l’Inter): insomma, fu un’annata decisamente positiva per il calcio bergamasco. Tuttavia, tra tanta serenità una nota negativa c’è, e ha un nome ben preciso: Lars Larsson, detto “Lasse”, che arrivò per 500 milioni di Lire. La massima Serie italiana in quella stagione poteva annoverare tra le sue fila molti campioni stranieri del calibro di Platini, Maradona, Rummenigge, Zico e Socrates. Quindi l’Atalanta, per non sfigurare, ne acquistò addirittura due, entrambi svedesi: uno regista, Stromberg (che proveniva dal Benfica), e un centravanti di 22 anni, Larsson, che giunse al posto di Muller, la cui trattativa con l’Inter si era interrotta. Se il primo si rivelerà un acquisto azzeccatissimo, tant’è che diventerà ben presto un pilastro insostituibile del centrocampo, dove resterà al punto da diventare Capitano della squadra (per poi decidere di stabilirsi in Italia una volta ritiratosi), il secondo non lascerà il segno, soprattutto a causa di una serie di circostanze negative. Eppure aveva un curriculum invitante: prolifico sin dall’esordio, avvenuto a 17 anni, nel 1981 arrivò a realizzare ben 19 centri con il Trelleborg, squadra di terza Serie. Il fragoroso bottino gli permette di essere ingaggiato dal Malmoe, una delle squadre svedesi più quotate, dove dimostra di saperci fare.

«Il mio errore è stato cercare di tornare troppo presto»
(Lars Larsson | «Bergamopost.it»)
A quel punto giunse l’offerta dei dirigenti nerazzurri: una chiamata dal campionato italiano non si poteva certo rifiutare. Ma non avrebbe mai immaginato che per lui l’Italia non sarebbe stata l’America. Lars si è fatto male appena preso (ai legamenti del ginocchio, durante la gara contro la Juventus), non ha quasi mai giocato finendo per fare la riserva a Pacione scaldando la panchina e perdendo quasi tutto il suo tempo tra ospedali e cliniche di riabilitazione. Complessivamente ha vestito 11 volte la casacca nerazzurra, di cui 4 presenze in campionato, 2 in Coppa Italia e 5 in Mitropa Cup, dove segnò anche il suo unico gol in maglia nerazzurra, nella gara vinta 1-0 contro gli jugoslavi dell’Iskra Bugojno, poi vincitori del Torneo. Impalpabile, quindi. Ai tempi si disse addirittura che fosse cugino di Stromberg e, quindi, acquistato solo per la parentela. Ma nella sfortuna è stato fortunato, perché in tutto questo marasma ha trovato una moglie italiana, Fedra, una bellissima ventenne bergamasca (di Loreto) che poi si è trasferita con lui in Svezia quando l’Atalanta lo ha lasciato libero di tornare al mittente, al Malmoe, dove tornerà a segnare (nel 1987 si laurea addirittura capocannoniere del campionato con 19 reti all’attivo). Con la maglia della Nazionale svedese giocò 9 partite segnando anche un gol, per poi chiudere la carriera tornando al Trelleborg nel 1993. Dal suo matrimonio ha poi avuto due figlie, Linda ed Erika: alla consorte non ha potuto quindi mai dire che l’Italia gli ha portato solo amarezze.
AGGIORNAMENTI — Appese le scarpe al chiodo decise di rimanere nel mondo del calcio, anche se comunque aprì a Malmoe assieme alla moglie una Concessionaria di Auto. Nel 2009 è stato il Direttore Sportivo del Trelleborg, la squadra in cui ha mosso i primi passi da calciatore, per cui è stato anche allenatore delle formazioni giovanili e, dal 2014, responsabile del settore giovanile, dove ha chiuso un cerchio. Purtoppo, la mattina di Domenica 8 Marzo 2015, pochi giorni prima di compiere 53 anni, muore a Malmoe stroncato da una malattia fulminante che aveva scoperto solamente il mese precedente. Sul sito ufficiale dell’Atalanta apparì un comunicato di cordoglio: «Il Presidente Antonio Percassi e tutta la famiglia Atalanta partecipano con commozione al dolore della moglie Fedra, delle figlie Linda ed Erika e dei familiari tutti per la scomparsa di Lars Larsson». L’IFK Trelleborg lo ha invece ricordato con un lapidario «Riposa in pace, Lasse». Nel 2019 la Skanetrafiken, Azienda svedese attiva nel settore del trasporto pubblico, gli ha dedicato un Treno, denominato in suo onore “Pagatag 085 Larse Larsson”, per essere stato una bandiera del Malmoe con cui ha realizzato 164 gol in 255 partite complessive.


«Era un attaccante fantastico, mi ha insegnato molto. E’ stata una persona fantastica e una delle persone più belle del mondo del calcio. È così incredibilmente tragico. La notizia della sua scomparsa è stata per me uno shock»
(Martin Dahlin, ex attaccante Malmoe | «Expressen.se», 08/03/2015)

Stagione Squadra Presenze Reti
1978-81 IFK Trelleborg 96 70
1981-84 Malmoe 39 21
1984-85 Atalanta 4 -
1985-91 Malmoe 63 36
1992-93 Trelleborg 2 -
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