Tutto il peggio del calcio italiano tra equivoci, errori clamorosi e “papere” storiche. Dal 1980 ad oggi.

NEWS — LIBRI

«Nel fango del Dio pallone»
(di Carlo Petrini)


La cruda, spietata e sconvolgente autobiografia di un personaggio diventato “scomodo” nel mondo del calcio


18/12/2008

di Cristian Vitali

Attraverso le pagine del libro-confessione di Petrini assistiamo agli allenamenti, viviamo le partite, entriamo negli spogliatoi, conosciamo la vita privata dei calciatori, con tanto di nomi e cognomi. Impariamo come si truccano le partite, come si elude un controllo antidoping, quali insulti e colpi proibiti si scambiano durante la partita stopper e centravanti, come si resista alla fatica e si migliori le proprie prestazioni agonistiche, facendosi iniettare sostanze proibite, imposte dai dirigenti stessi delle società sportive. Apprendiamo come passano il tempo libero i calciatori: giocando a carte, misurandosi la lunghezza degli organi genitali, facendo scherzi idioti, parlando di donne e motori, scopando belle ragazze di ogni estrazione sociale: semplici tifose, mogli di dirigenti o di compagni di squadra, studentesse, casalinghe, squillo, in qualsiasi combinazione dell'aritmetica e del Kamasutra. Apprendiamo di guadagni da capogiro, spesso in nero: con un premio partita, Petrini riesce a regalare un appartamento alla madre. Conosciamo allenatori autoritari, il cui scopo principale è quello di tenere i calciatori lontani dalle scorpacciate di sesso e di cibo e compagni di squadra altezzosi, attaccati al denaro, spesso ipocriti dalla doppia morale. E poi il sottobosco di personaggi equivoci, ingenui o affaristi, che circondano i calciatori: semplici tifosi, maneggioni, professionisti, cantanti, attori, giornalisti, mafiosi. Petrini, con questa autobiografia, ci mostra in maniera cruda, con un pugno diretto allo stomaco del lettore, gli splendori e le miserie di quell’universo, in qualche modo a sé, che è in Italia il mondo del calcio. L’epilogo del libro è drammatico: Petrini viene condannato per la vicenda del calcio-scommesse, diventando così una sorta di capro espiatorio su cui si accanisce la giustizia sportiva. Lui ci mette del suo: irresponsabile, amante dei piaceri, non se la sente di cambiare vita e abitudini e di mettere la testa a posto: il suo matrimonio va a pezzi e lui si caccia in guai finanziari, costretto a fuggire all’estero per eludere le minacce dei creditori. Vive nascosto, diventa semicieco a causa di un glaucoma, mentre il figlio Diego, promessa del calcio genovese, muore di tumore a diciannove anni, senza poter rivedere il padre. Una lettura urticante, un libro appassionante e istruttivo, che si legge tutto d'un fiato.
Titolo: «Nel fango del Dio pallone»
Autore: Carlo Petrini
Editore: Kaos
Pagine: 192
Prezzo: € 14,00
Pubblicazione: 01/2000
RECENSIONE — Scioccante, sconvolgente, crudele, spesso “diretto”, squallido e volgare, a tratti addirittura nauseante: gli aggettivi di questo tipo si sprecano per un libro unico nel suo genere, ma che ha il pregio di rivelare, per la prima volta e con assoluta sincerità, quello che effettivamente è il mondo del calcio, raccontato con gli occhi di uno dei suoi interpreti. Una cruda auto-denuncia, all’epoca largamente stroncata dalla critica, che lo accusò apertamente di sputare nel piatto dove aveva mangiato. Un voltagabbana, un traditore, un ex calciatore ferito dallo scandalo del calcio scommesse in cui fu coinvolto che solo quando ne ha avuto bisogno ha avuto il coraggio di rivelare tutti quei nauseanti intrighi che hanno caratterizzato il pianeta pallonaro all’epoca in cui egli stesso ci sguazzava dentro, al solo scopo di arricchirsi e farsi pubblicità. Questi, in estrema sintesi, furono i commenti e le considerazioni della stampa e di parte del pubblico per Carlo Petrini al momento dell’uscita del libro. Una lunga serie di denunce relative alle gravissime realtà del calcio – che da sempre hanno usurpato il senso stesso della sportività – che vanno dal doping fino alla corruzione, passando per imbrogli, tradimenti e sotterfugi di ogni genere e specie. Lo scalpore provocato dalle sue accuse lo ha reso un personaggio scomodo per quello che in genere è visto come un mondo fastoso e privilegiato, nel quale non c’è spazio per gli anticonformisti. A prescindere dalle proprie opinioni personali sull’autore, “Nel fango del Dio pallone” è in ogni caso un libro fuori dagli schemi, che merita di essere letto sia per le rivelazioni shock di Petrini, ma anche per il coraggio avuto nel “dipingere” il ritratto impietoso della sua vita, costellata da vicende squallide e drammatiche, dirette conseguenze della sua condotta da irresponsabile. Circostanze culminate addirittura con la perdita in contumacia di un figlio, che lo hanno portato a raccontare la sua vita e quindi quella del mondo corrotto in cui viveva, mettendosi lui stesso per primo in discussione. Irripetibile.

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