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— Intervista Esclusiva a Cristian Vitali, autore del libro «Calciobidoni - Non comprate quello straniero»


Intervista Esclusiva all’autore del libro ‘Calciobidoni - Non comprate quello straniero’, nonché ideatore del Premio «Calciobidone» Cristian Vitali.


16/07/2016

di Carlo Sacchetti

Voti-fanta.com

Il Direttore Editoriale di Calciobidoni.it ci ha ospitato nella sua casa per raccontare a voi amici di Voti-fanta che cos’è il vero bidone del calcio e per darci qualche dritta su chi evitare nella prossima asta di Fantamercato. Ecco le domande e risposte raccolte dal nostro inviato, Carlo Sacchetti.

Com’è nata l’idea di scrivere il libro «Calciobidoni - Non comprate quello straniero»?

«Il libro nasce dal sito o blog, come idea originale per ridere e scherzare sui cosidetti bidoni del calcio; di blog ce n’erano pochi che parlavano delle cosidette pippe, c’era la Gialappa’s con Mai dire Gol, a cui mi sono ispirato molto, ma c’era un sito, Clamoroso al Cibali, che parlava dei giocatori che avevano toppato. Da li l’idea di creare delle schede sui giocatori che avevano deluso e di ripercorrere l’amarcord, perché a tutti fa piacere tirare fuori le figurine Panini e gli almanacchi e di trasferirli al web. Il sito ha avuto subito un riscontro positivo e un buon seguito con delle citazioni sulla Gazzetta dello Sport, e cosi fui contattato dalla casa editrice di Prato, la Piano B, ovviamente quello era il mio sogno e così in quattro e quattr’otto nel giro di pochi mesi siamo usciti nelle librerie con Calciobidoni. Non comprate quello straniero, sottotitolo voluto dalla casa editrice per sottolineare la parodia al film Non aprite quella porta».

Chi pensi sia stato il peggiore dei bidoni degli ultimi 40 anni della Serie A?

«Innanzitutto bisogna distinguere da due tipi di bidoni, il primo in senso lato e il secondo in senso stretto, ovvero in senso lato inteso come un grande campione che viene in Italia, magari anziano oppure che non ha le caratteristiche per il nostro campionato, faccio un esempio Stoichkov che se pur Pallone d’Oro venne in Italia ma non fece granché, invece il bidone vero è quello in senso assoluto: non è un vero giocatore ma un dirimpettaio dei campi polverosi che ha avuto la fortuna di ottenere un ingaggio non si sa come. Mi piace fare tre esempi di veri bidoni, il primo è Luis Silvio Danuello della Pistoiese, su di lui si raccontano tante leggende metropolitane tra cui quelle che facesse l’attore porno o vendesse pizzette allo Stadio di Pistoia, alla fine si seppe che l’allenatore in seconda, Malavasi, andò in Brasile per trovare un talento sconosciuto e lì organizzarono una partita per mettere in risalto le qualità di Luis Silvio; ma ne nacque un equivoco tattico che sarà la fine della sua carriera, lui disse che era una ponta che in lingua portoghese significa ala, mentre i dirigenti cercavano una punta. E così lo portarono in Italia dove però, anche per colpa di quell’errore linguistico, non si dimostrò all’altezza e così scappò di nuovo in Brasile. Il secondo bidone è Caraballo del Pisa che divenne famoso per il detto Caraballo, meglio perderlo che trovarlo, arrivò in Italia nel 1982 e si paragonò subito a Schiaffino, non aveva molto carattere e fu l’unico acquisto che non fu determinato da Romeo Anconetani ma dal figlio Adolfo, che negli anni seguenti dimostrò di non essere un buon dirigente. La storia di Caraballo ci racconta che era un uomo molto chiuso che non riusciva ad esprimere il suo talento e anche lui scappò da Pisa, quando i dirigenti andarono a cercarlo nella sua villa trovarono solo un allevamento di conigli e galline, un giocatore molto pittoresco che però non riusci a sfondare nel calcio italiano. Avvicinandoci ai nostri tempi nel 2000 arrivò in Italia l’unico cinese della storia del campionato nostrano, si chiamava Ma Ming-Yu, fu ingaggiato dal Perugia di Gaucci, in Cina era il nuovo mercato dei campioni e soprattutto il figlio di Gaucci puntò molto sul giocatore. Giocò in tutta la stagione quindici minuti in Coppa Italia, e lo stesso allenatore Serse Cosmi ne parlava come un giocatore di prospettiva che poteva sfondare da un momento all’altro, ma non funzionò e a fine campionato tornò in Cina».

Quando è nata invece l’idea di creare un vero e proprio premio per il Calciobidone dell’anno?

«Seguivo molto da vicino il Bidone d’Oro organizzato da Radio 2 Rai che però chiuse la trasmissione abbinata al premio Catersport, la mia idea venne di conseguenza e la lanciai nel web, a differenza del bidone il mio premia solo i giocatori stranieri, lanciando così un messaggio per la realizzazione di vivai o cantere dove possano nascere nuovi talenti azzurri, ora sembra che qualcosa si stia muovendo nel movimento calcistico. Il premio ebbe come vincitore nelle prime edizioni Quaresma, che ironia della sorte è stato uno dei protagonisti della vittoria del Portogallo nell’Europeo francese, da lì ogni anno ho trovato sempre più riscontro di pubblico, e grazie a molte radio e giornali ora c’è una giuria composta da giornalisti famosi che eleggono la Flop Ten dell’anno che dopo viene votata dagli internauti che decidono chi è il Calciobidone dell’anno che viene assegnato lo stesso giorno in cui viene consegnato il Pallone d’Oro».

Ho visto che l’eletto dalla rete come Calciobidone è stato Iturbe mentre come Jolly è stato scelto Dzeko, quindi chi è il vero Calciobidone dell’anno?

«Diciamo che tutti e due meritavano il premio, sicuro Iturbe è quello che ha deluso più le aspettative, acquistato dal Verona a inizio stagione è stato mandato via a Gennaio in Premier League e addirittura sembra che la Roma non punti più sul giocatore che doveva essere l’investimento per il futuro».

Chi sconsiglieresti di acquistare ai nostri amici fantallenatori?

«Due nomi su tutti Pasqual e Gilardino che sono passati da grandi squadre a piccole, che hanno superato oramai la trentina e che vanno in una squadra come l’Empoli che ha bisogno di rifondarsi dopo la partenza dell’allenatore Giampaolo. E anche se sono dei grandi nomi verranno allenati da un allenatore emergente che sarà comunque un’incognita, poi non mi sento di escludere nemmeno Dzeko visto il rendimento della scorsa stagione».


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